“Le vicende degli ultimi anni, in India in particolare, hanno portato alla ribalta della cronaca numerosi episodi di intolleranza religiosa che spesso e volentieri si tramutano in veri e propri stermini.” Lo afferma il deputato salentino, l’on. Ugo Lisi.
“Nel 2003 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha coniato il termine “Cristianofobia” associandolo al concetto di “Antisemitismo”.
Non sono un amante dei numeri e delle statistiche, ma, in questo caso, qualche cifra è necessario sciolinare a dimostrazione di quanto il fenomeno sia più diffuso di quel che si pensi. Dall’agosto 2008 nello Stato indiano dell’Orissa, sta avvenendo un vero e proprio sterminio nei confronti dei cristiani. In poco meno di sei mesi, tra il 2007 e il 2008, sono state 93 le vittime; 50mila i profughi fuggiti (alcuni dei quali, una volta tornati a casa, sono stati costretti alla conversione forzata alla religione induista); distrutte 6500 abitazioni, 350 chiese e 45 scuole.
Questi avvenimenti si manifestano, altresì, in Nigeria dove, solo nel marzo di quest’anno, sono stati circa 500 i cristiani massacrati a colpi di macete ad opera di tribù nomadi-musulmane.
In Libano – continua Lisi – i Cristiani di tutte le confessioni stanno abbandonando in massa il Paese martoriato dagli attentati e da una perenne insicurezza.
In Egitto, i cristiani Copti, che rappresentano il 10% della popolazione, subiscono quotidianamente discriminazioni e, negli ultimi tre anni, la Diocesi di Hagaza ha subito tre incendi.
In Palestina gli arabi cristiani, che pure costituiscono parte integrante del popolo palestinese, sono vittime di minacce e di ostracismo da parte dei fondamentalisti.
Più vicino a noi, in Algeria, i cristiani subisco discriminazioni inaccettabili.
Ma, la situazione più drammatica, la si riscontra in Iraq, dove i Cristiani sono vittime di estorsioni, rapimenti, torture e omicidi. Le chiese vengono incendiate, molti sacerdoti (basti pensare al Vescovo Caldeo di Mosul, Mons. Paulos Faraj Rahho rapito nel 2008 e poi assassinato), vengono uccisi. La comunità Cristiana, che dapprima era costituita da oltre un milione di persone, adesso è ridotta a meno della metà.
Queste comunità religiose non sono intruse né nel Vicino e, tantomeno, nel Medio Oriente e la maggior parte di loro è presente in questi luoghi da 2000 anni, eppure, viene contesto il diritto di rimanerci.
Cristiani, Musulmani, Ebrei e agnostici non possono restare indifferenti alle sofferenze di intere popolazioni perseguitate per le loro credenze religiose.
È inaccettabile l’idea di una uniformizzazione della regione culla di alcune tra le più grandi religioni dell’umanità e non si può nemmeno osservare senza preoccupazione il fossato che si sta creando tra un Occidente in cui il pluralismo religioso è un fatto acquisito e un Oriente in cui i più basilari diritti umani vengono puntualmente violati.
Alla luce di questa lunga premessa, ho presentato una mozione al Governo affinché impegni, attraverso il Ministero degli Affari Esteri, le ambasciate dei paesi interessati da tali fenomeni drammatici, al fine di una collaborazione sinergica volta alla cessazione di questi stermini.
Solo il rispetto della libertà di religione e dei diritti umani, possono essere la premessa fondamentale per l’affermazione della pace e della civile convivenza tra popoli.”