Per il Senatore Elio Lannutti e l’Avv. Antonio Tanza, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Adusbef, nonostante la caduta dei tassi di interesse i più bassi dal primo dopoguerra con il denaro quasi regalato e la conseguente diminuzione dei costi dei mutui
a tasso variabile, si consolida il boom dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari, che secondo i dati raccolti ed elaborati dall’Adusbef, sono aumentati del 31,8 % nel 2010, per l’insostenibile crisi economica generata dall’avidità dei banchieri, che dopo aver creato montagne di denaro dal nulla e spacciato derivati avariati per guadagnare lauti bonus e ricche prebende (700.000 euro annui elargiti in media ad ogni dipendente di Goldman Sachs, 40 milioni di euro l’ ottimauscita del dr. Profumo da Unicredit!), hanno addossato ai contribuenti ed agli Stati, costretti ad indebitarsi per salvare le banche dai fallimenti, l’avventurismo finanziario d’azzardo, costato finora oltre 4.000 miliardi di euro.
L’insostenibile crisi economica, porta sempre più famiglie italiane a non poter onorare le rate dei mutui, impegno sempre più gravoso che mangia il 33% del reddito e si traduce,per almeno 350 mila famiglie ad un rischio reale di insolvenza al punto che, secondo Adusbef, che ha raccolto i dati nei maggiori tribunali con fatica e tenacia, le stime 2010 sul numero di pignoramenti ed esecuzioni, potrebbe salire del 69,35% in media, che sommati agli ultimi due anni, (+ 22,3 nel 2008, + 15,7 nel 2009), ammontano al 60,5 % nel triennio 2008/2010 .
Secondo queste stime, le procedure immobiliari, accelerate con la nuova legge fallimentare del 2004 e pari al 2,4 % del totale dei mutui, quindi a circa 150.000 su 3,6 milioni del totale, con circa 28.000 procedure avviate nel 2010; 21.000 nel 2009,che sommate a 20.000 nel 2008, potrebbero far sparire una media città come Monza, che vede aumentati del 20,2% i pignoramenti nel 2009.
Il boom di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari,con aumenti stimati nel 2010 rispetto al 2009, da un minimo del + 13,8 a Rovigo; 13,9% a Venezia; + 16,1% a Forlì; + 16,7 a Vicenza; + 18,1% a Perugia; + 18,7% a Padova; 20,1% a Reggio Emilia; seguito da Modena + 21,7%; Napoli + 23,7%; Firenze + 25,2%; Brescia + 25,9%; Palermo + 28,6 %; Lecce + 29,9%; per passare ai valori più elevati di Torino + 54,8%; Milano + 48,3%; Genova +46,8 %; Como + 42,3%.
Gli aumenti maggiori di pignoramenti si registrano a Milano (+1.592, che ammontano quindi a 4.885), seguita da Torino + 930 con un totale di 2.627); Roma (+ 728, con un totale di 2.703); Monza (+ 424,con un totale di 1.539; Verona + 425 per un totale di 1.996; Bergamo (+ 416 , pari a 1.586); Lecce + 365 per un totale di 1.586; Brescia (+ 290 con un totale di 1.408); Genova + 336 con un ammontare di 1.053; Bari (+ 340 che assommano a 1.390); Firenze (+199, che ammontano a 987); Padova + 168 per 1.067 pignoramenti.
Occorre un urgente decreto “salva-famiglie”, anche con sgravi fiscali di almeno 1.500 euro per i redditi sotto i 25.000 euro a favore di lavoratori a reddito fisso e dei pensionati, per attutire le gravi ricadute sull’economia reale che già sconta una recessione da economia di guerra che diventerà più pesante nei prossimi mesi quando il crack finanziario globale dispiegherà i suoi effetti sulle fasce sociali più deboli e vulnerabili prive di ammortizzatori sociali, se non quello delle famiglie stremate che non ce la fanno più a sostenere i costi di una crisi prodotta dai banchieri che non pagano mai il conto e che continuano a deliberarsi bonus e stock option immorali,rifiutando di pagare per i loro errori e la loro avidità di guadagno, ed una patrimoniale sui redditi oltre 2 milioni di euro.
Un faro dovrebbe essere acceso sull’ormai annoso ed atavico problema, particolarmente sentito nel Tribunale di Lecce, degli incarichi che vengono distribuiti ai soliti noti: fallimenti e pignoramenti immobiliari fanno la fortuna di una ristretta nomenclatura che si ingrassa sulle disgrazie della famiglie e delle imprese. Si dovrebbe istituire una “classifica” degli incarichi con un tetto di tollerabilità o, se si vuole, di decenza. Ci sono bravi avvocati e competenti commercialisti che non hanno mai visto un fallimento, per non parlare del non raro caso dei vecchi incarichi revocati e riassegnati ai soliti.
Tali proiezioni sui pignoramenti, i cui dati sono stati raccolti e comunicati in gran parte dai Tribunali fino ai mesi di ottobre-novembre 2010 e proiettati da Adusbef su base annua,dimostrano ancora una volta la totale inadeguatezza dei governi europei e degli USA, che hanno delegato ad oligarchi irresponsabili (Bce, Fed, Bankitalia) funzioni delicate di propria competenza, spesso collusi con banchieri predoni, che dopo aver distrutto 30 milioni di posti di lavoro nell’ultimo triennio addossano ai più deboli i costi di una crisi sistemica la cui soluzione non può essere affidata agli stessi bankster che l’hanno provocata, introducendo rincari,aumenti di costi dei servizi bancari ed ottenendo più tasse e nuovi balzelli, sapientemente occultati e mascherati. Ventata di fiducia da parte delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che con la sentenza n. 24418 del 2 dicembre 2010 ha evitato e sbarrato ad un provvedimento “salva banche”: bankster si sarebbe risparmiata anche i soldi indebitamente incassati dal popolo dei correntisti in rosso per anatocismo, valute fittizie, commissioni di massimo scoperto, spese forfettarie e fantasiosi interessi uso piazza incassati per decenni.