La domanda mi sembra legittima. Il Lecce visto contro il Chievo è, sicuramente, il miglior Lecce d’annata. Ma se lo è stato, sarebbe opportuno verificarne anche i motivi. Personalmente ne ho individuato qualcuno che di seguito rappresento: una scelta più appropriata
dei calciatori, sistemati nei ruoli loro congeniali; una disposizione tattica più accorta, senza allungamenti o accorciamenti eccessivi; una pignola applicazione su entrambe le fasce con gli inserimenti di Donati e Brivio che hanno dato anche una maggiore sicurezza a Gustavo e Fabiano; una attenta “marcatura” di Giacomazzi su Costant che ha impedito a quest’ultimo di poter far valere le sue qualità; la disposizione di Ofere al sacrificio, retrocedendo molto spesso per dar man forte alla difesa; l’attuale straordinaria condizione fisica di Di Michele; la buona propensione di Piatti a farsi anche valere sottorete; e, per ultimo anche se non determinante, una certa pesantezza accusata dal Chievo forse per la partita infrasettimanale disputata con il Bologna.
Come si vede sono stati tanti gli ingranaggi incastratisi perfettamente a cui si è aggiunta anche una inusuale e quasi feroce determinazione del Lecce nel portare a casa il risultato; mi è sembrato, insomma, che ci fosse un po’ di “coltello fra i denti”. Ma questo risultato, preziosissimo senz’altro, non può assolutamente far riposare sugli allori perché di contro, seppur molto minimizzato dagli addetti ai lavori, c’è l’incontrovertibile fatto di aver subito due reti, una delle quali evitabilissima, su palle inattive dove il Lecce mostra veramente la corda. Pensate, per un attimo, cosa sarebbe successo se la rete di Mandelli fosse arrivata sul 2 a 1 e non sul 3 a 1!
Certo non si può ragionare con i se e con i ma, però il fatto può essere affidato a chi di dovere e competenza per le riflessioni da fare e gli opportuni provvedimenti da adottare. Ecco perché, pur plaudendo pienamente alla prestazione fornita, non mi esalto più di tanto ed aspetto conferme prima di affermare che i problemi del Lecce non dico siano risolti ma siano, almeno, in via di soluzione. Non entro nel merito delle scelte tecniche dell’allenatore, ma mi chiedo perché a Donati le chanches siano state date solo adesso, così come a Brivio, che mi sembra più valido di Mesbah come difensore dal momento che ritengo quest’ultimo molto “scolastico” nelle sue proposizioni sempre uguali.
Il calcio, di per sé è un gioco estremamente “cinico”, aggettivo questo usato spesso dagli addetti ai lavori per giustificare molti errori sotto rete; voglio unirmi anch’io al coro sul cinismo ma per dire soltanto che sono i tecnici a “dover” essere cinici nei riguardi dei propri calciatori, dal momento che hanno l’obbligo di schierare sempre la migliore formazione possibile e, mi si consenta di affermare, che quasi mai la riconoscenza si sposa perfettamente con la migliore formazione. I problemi del Lecce e di De Canio, in parte, stanno anche lì come ha lasciato intravedere in qualche occasione il tecnico quando ha,più volte affermato che lui non può non tener conto della riconoscenza che si deve ad atleti che hanno ottenuto la promozione; sul piano umano ritengo che questo sia giustificabile, ma sul piano meramente sportivo, e non credo che il calcio si un’associazione “no profit” di tipo assistenziale, questo è poco accettabile. Aspetto di vedere come si comporteranno in futuro i vari Corvia, Chevanton, Giacomazzi, che all’83’tolto per acclarata stanchezza, mostra palesemente il proprio disappunto. I problemi di De Canio sono rappresentati da una rosa lunga a dismisura ed incompatibile con le necessità tecniche ed anche economiche della società.
Aspetto, comunque, una continuità di rendimento e di prestazione a partire da domenica a Napoli. Il confronto penalizza, sulla carta, il Lecce ma se si tiene conto che il Napoli giocherà mercoledì sera una partita decisiva in coppa, ed in campionato sarà privo di quattro titolari di cui ben tre difensori (Aronica, Campagnaro e Cannavaro), allora è giusto ipotizzare che il Lecce possa giocare in maniera accorta e cercare di ottenere un risultato positivo; mi soffermo sempre sull’accortezza e non sulla spregiudicatezza perché non bisogna scordarsi che, comunque, Hamsik, Cavani e qualche altro sono giocatori che possono punirti.
Se son rose fioriranno, ma per sapere se è vera gloria bisogna aspettare!