In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
L’Omelia
Oggi tutte le letture ci parlano di speranza. C’è una speranza umana che si acquisisce usando la logica di cui siamo dotati e mettendola ovviamente in pratica e ce n’è una soprannaturale. E’ grazie a questa che le nostre vite sono orientate all’ultraterreno, è grazie a questa che ci solleviamo dalle piccolezze, dalle meschinità, dai conflitti e dagli orizzonti limitati di questo mondo per aspirare a qualcosa di più bello.
Attenti però: la speranza non coincide con l’ottimismo. Ottimismo è dire: “Tutto andrà a gonfie vele, le prospettive sono buone, tutto andrà per il verso giusto”.
Lo può nutrire l’uomo d’affari, il commerciante, il professionista ma anche il ragazzino che ruba i soldi dalla borsa della madre (“finora non mi ha mai scoperto e mai mi scoprirà”).
Paradossalmente anche lo spacciatore di droga ed il truffatore di professione, a loro modo, hanno le loro ragioni per essere ottimisti (“non mi hanno mai beccato e dunque continuerò a farla franca”). E’ un modo di ragionare assai discutibile ma c’è poco da fare: logicamente non fa una piega.
Così tutti possono essere ottimisti ma attenzione: non tutti possono nutrire speranza. Perché l’ottimismo si basa su stime riguardanti dati sensibili, la speranza no perché ciò che è divino è imponderabile. Dio è fuori dallo spazio e dal tempo.
Allora attenzione: se leggiamo la stupenda prima lettura di Isaia con gli occhi dell’ottimismo, non andiamo molto lontano.
I deserti possono fiorire? Certo che sì! Un confratello proveniente dagli USA mi ha detto che dopo piogge monsoniche anche il deserto dell’Arizona fiorisce. Ma quanto dura? Non molto
I ciechi possono riacquistare la vista? Grazie a modernissime tecniche chirurgiche, a giudicare da ciò che dicono giornali, sembra proprio di sì. Un uomo quasi centenario in Italia ha recuperato la vista ed è bellissimo. Non voglio portargli sfortuna e gli auguro ancora cento anni, sia chiaro, ma realisticamente quanto vivrà ancora?
I sordi possono di nuovo udire? Anche in questo caso direi proprio di sì. Alcune persone hanno recentemente risolto questo problema di salute ma di lì a poco se ne hanno dovuto affrontare altri forse più gravi.
Non voglio rovinarvi la Domenica e fare l’uccello del malaugurio però sapete perfettamente che non viviamo nel mondo della fata turchina e difficilmente le cose vanno come vogliamo noi e succede sempre qualcosa che cambia e modifica i nostri sogni ed i nostri programmi non necessariamente in meglio.
Allora bisognerebbe essere solo pessimisti come i filosofi Sartre e Schopenauer per i quali no c’è nella vita alcuna via di uscita dal nostra condizione di negatività
Chi crede però non si ferma solo a quello che vede e tocca. Sa che c’è un’altra realtà dove parole come imperfezione, dolore, delusione ed insuccesso non esistono.
Sa che lì i prati fioriscono e rimangono fioriti per sempre. Sa che là non esistono cecità, sordità ed altre infermità fisiche.
Sa che tutto questo può iniziare concretamente già da qui anche se a volte getti solo i semi ed i germogli arrivano dopo. Quando non si sa ma arrivano anche se la fioritura completa non avverrà in questa vita: questa è la speranza
Chi crede è solo un idealista ed illuso sognatore ? Giovanni Paolo II non era ottimista ma era pieno di speranza e nessuno può negare che abbia cambiato il volto dell’Europa. Non era né un sognatore né un illuso: sapeva bene cosa implicasse vivere da Cristiani sotto una dittatura spietata ma è andato avanti senza fermarsi. A piccoli passi.
Il seme si pianta ora ma il raccolto verrà dopo. Ed è venuto: i paesi della cosiddetta Cortina di Ferro non esistono più.
Per questo oggi parlo di speranza e per questo ci troviamo oggi la seconda lettera di Giacomo che non a caso ci dice:
“Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.”
Avere speranza è essere costanti nella certezza di qualcosa di bello e duraturo che avverrà. Buona Domenica.