<<Una importante riflessione sull’associazionismo istituzionale tra Comuni, che giunge in un momento particolarmente significativo ed in un quadro normativo in costante evoluzione con i Comuni che, dopo la modifica del Titolo V della Costituzione, a seguito dell’ampliamento
delle competenze, si son dovuti confrontare sia con le risorse disponibili sia, principalmente, con la propria inadeguata organizzazione amministrativa>>. A sintetizzare l’importanza del convegno “Le Unioni di Comuni fra attuazione e prospettive di riforma”, svoltosi oggi pomeriggio nell’auditoriun del Museo Provinciale “Castromediano”, è stato il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone.
Un convegno, promosso ed organizzato dalla Provincia di Lecce e dall’Unione dei Comuni della Grecia Salentina, che ha inteso avviare un’analisi sulle Unioni del territorio provinciale, con l’obiettivo di far emergere luci ed ombre delle esperienze realizzate e perfezionare, d’intesa con gli operatori comunali, l’assistenza tecnico-amministrativa che l’Ente di Palazzo dei Celestini intende garantire ai Comuni interessati.
<<Sono stato sindaco per dieci anni di Tuglie e ben conosco le difficoltà e le contingenze proprie di un’amministrazione locale, specie nel settore delle iniziative dirette a soddisfare la domanda civica. Enti che avvertono sempre più la necessità di organizzare in maniera efficace le risorse umane disponibili, stante l’impossibilità, per evidenti ragioni di carattere finanziario, di ricorrere alle tradizionali assunzioni>>, ha proseguito il presidente.
<<Proprio in considerazione di questo, i piccoli Comuni hanno fatto ricorso agli istituti giuridici, introdotti dalla legge 142/90, che consentono la realizzazione di forme associate di gestione dei servizi e delle funzioni, tra cui quella dell’Unione dei Comuni. Forme associative che, purtroppo, frequentemente non hanno garantito la gestione di servizi e funzioni in maniera di efficienza ed economicità rispetto alle potenzialità intrinseche agli istituti associativi>>.
Un problema, come ha sottolineato Gabellone <<risolto grazie all’intervento del Governo, su impulso del ministro Fitto e su iniziativa del ministro Tremonti. Attraverso il decreto legge 78/10 (convertito in legge 11/10) si è stabilito che tutte le funzioni fondamentali, in questo caso la stragrande maggioranza dei compiti, devono essere gestite in forma associata, tramite Unione di Comuni e/o convenzione. Una prospettiva, quella dell’Unione, che acquisisce una nuova dimensione, sia per le politiche di area vasta sia per le funzioni essenziali che dovranno riguardare: polizia locale, pubblica istruzione, assistenza scolastica, viabilità e trasporti, gestione del territorio e dell’ambiente, settore sociale>>.
E l’esperienza del territorio provinciale ne è il miglior esempio. <<16 Unioni di Comuni per complessivi 75 Comuni, con ben 28 di questi (su complessivi 39), con popolazione la di sotto dei 5mila abitanti, che hanno aderito ad una Unione. Difatto, gran parte dei territori dei nostri Comuni hanno già sperimentato la gestione di funzione e servizi in forma associata>>.
Proprio alla luce di tutto questo, la riflessione conclusiva del presidente Gabellone sulla valenza del convegno odierno. <<La Provincia intende avviare un’analisi sulle Unioni di Comuni del territorio provinciale, al fine di far emergere luci ed ombre delle esperienze realizzate e, dunque, prevedere l’apertura di un tavolo di confronto con gli organi di gestione delle Unioni dei Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, per portare avanti ed incentivare, in maniera condivisa, il percorso delle gestioni associate e dell’innovazione tecnologica>>.
<<La sfida del cambiamento si trasforma nella conservazione dei casi di successo e di superamento delle criticità riscontrate. In questa prospettiva, l’impegno di noi amministratori deve continuare ad essere totale e caratterizzato da apertura al dialogo e spirito di servizio verso il cittadino>>, ha concluso il presidente Gabellone.