“La situazione in Puglia, attualmente, non è delle migliori per la cultura, perché la Regione non riesce ad andare al di là della “cultura degli eventi”, si comporta come un’agenzia di eventi. Lancio un appello alle Province pugliesi, al di là delle appartenenze politiche, affinché presentiamo una proposta
comune per una legge regionale che tenga conto del ruolo fondamentale delle Province nel sistema cultura e, soprattutto, che tenga conto degli strumenti della vera cultura: i libri, i musei, i nostri beni archeologici, in una parola, la nostra storia”.
E’ questo il messaggio lanciato oggi dalla vice presidente e assessore alla Cultura della Provincia di Lecce Simona Manca, intervenuta oggi, mercoledì 9 marzo, a Bari, presso la sede della Provincia, all’Assemblea nazionale degli assessori provinciali alla Cultura e al Turismo, promossa dall’Unione Province d’Italia.
I lavori sono stati presieduti dal vice presidente della Provincia di Bari e coordinatore degli assessori Cultura e Turismo Upi Trifone Altieri e la relazione introduttiva è stata curata da Nicola Bono, presidente della Provincia di Siracusa e responsabile nazionale Upi Cultura e Turismo,
L’assessore Manca, invitata a portare la testimonianza della Provincia di Lecce, è intervenuta nell’ambito della prima delle due sessioni tematiche in programma, quella sulla Cultura, insieme ai “colleghi” di Torino (Ugo Perone), Venezia (Raffaele Speranzon), Mantova (Roberto Pedrazzoli) e Pisa (Silvia Pagnin), dove ha partecipato anche il segretario generale associazione Mecenate ’90 Ledo Prato.
“Viviamo in un territorio dove la parola “cultura” è certamente al primo posto fra tutte: dall’uomo della strada al politico impegnato nelle Istituzioni la utilizzano in ogni occasione”, ha detto l’assessore Simona Manca. “Ma siamo soprattutto inondati dalla “cultura dell’evento”, che spesso dura lo spazio di qualche ora o di mezza giornata. Ma la cultura deve essere anche proposta di eventi (peraltro sempre di elevato livello culturale), ma non solo, anche. Nella gran parte dei casi l’evento diventa quasi una risposta all’esigenza contingente del territorio, al Comune o all’artista assillanti, e questa non è cultura, questa è il contrario della cultura, è in cultura”.
“Noi possiamo dire di fare cultura quando stiamo facendo acquisire al territorio e alla popolazione un grado di civiltà che ne aumenti di qualche punto il sapere, quindi il proprio “sapere di essere”.
Ed ancora: “La Costituzione conferisce allo Stato il potere di legiferare in materia di tutela dei beni culturali e alla Regione in materia di valorizzazione dei beni culturali. Vige però, il principio di cooperazione o leale collaborazione, sia nell’ambito della tutela, che in quello della valorizzazione dei beni culturali, cooperazione e collaborazione con gli enti operanti sul territorio, quindi Comuni e Province”.
“Nel lontanissimo 2003, quando presidente della Regione Puglia era l’attuale Ministro Fitto, si sottoscrisse un Accordo di Programma Quadro, relativo ai beni culturali, tra Regione Puglia e Governo Nazionale, in base al quale in Provincia di Lecce si sono ristrutturati e restaurati tantissimi immobili di pregio come il Convitto Palmieri e la Biblioteca Bernardini di Lecce e si sarebbero dovuti realizzare il sistema dei musei ed il sistema delle biblioteche. Analoghe esperienze si sono realizzate nelle altre Province, data l’enorme quantità di finanziamenti pubblici che il Governatore Fitto fece arrivare in Puglia. Ma dopo questa straordinaria esperienza è calato sui beni culturali, sui musei, sulle biblioteche un silenzio tombale”.
“Solo pochi giorni fa ho saputo, casualmente, che la Regione ha iniziato una serie di consultazioni per realizzare un “testo unico sui beni culturali”. Peraltro un testo unico è, secondo il diritto, una di raccolta e di provvedimenti già esistenti. Alle consultazioni non so chi partecipi, ma di sicuro gli assessori alla cultura, quantomeno delle Province, non sono stati invitati, e mi chiedo come si possa realizzare un testo unico sui beni culturali senza ascoltare gli enti nell’ambito territoriale dei quali i beni culturali insistono”.
“Credo pertanto che siamo ben lontani dalla realizzazione dei sistemi culturali, dei musei, delle biblioteche, dalla valorizzazione delle aree archeologiche, che giacciono con scavi e studi effettuati e che, Sovrintendenza da una parte e Regione dall’altra, ci impediscono di valorizzare e rendere fruibili”.
“Occorre concentrarsi sulle politiche relative alla tutela, alla valorizzazione dei beni culturali, sui sistemi culturali, sui sistemi dei musei, delle aree archeologiche, degli eco-musei, delle biblioteche, degli archivi: perché questa è cultura, perché non siamo agenzie di eventi, siamo istituzioni che hanno il dovere di “fare cultura”, non di organizzare spettacoli”, ha concluso l’assessore Simona Manca.