“Sono passati 66 anni da quel 25 aprile e l’Italia è profondamente cambiata – afferma l’on. Teresa Bellanova – quel giorno si liberò il paese dalla peggiore oppressione che la storia italiana abbia conosciuto. Oggi è tutto diverso. Non c’è un regime autoritario, c’è però un Parlamento
costretto ad occuparsi degli interessi di un solo italiano, ignorando tutti gli altri. Non ci sono le squadracce fasciste, non si sparge sangue, ci sono però dei 6×3 che lo evocano, tinti del suo stesso colore. Non c’è più la violenta censura del MinCulPop, ma ci sono editti, leggi bavaglio e commissioni per la revisione dei libri di scuola.
Il mondo è cambiato e gli strumenti anche, ma l’Italia oggi è di nuovo un paese oppresso. Un oppressione che si è fatta sicuramente meno violenta, ma che cancella il futuro delle giovani generazioni, che nega l’accesso universale all’istruzione, che ignora chi ogni mattina si alza per andare a lavorare, senza sapere se all’indomani avrà ancora uno stipendio su cui contare, e non si cura di quella fetta sempre più consistente di lavoratori che quello stipendio l’hanno già perso. Un oppressione che mortifica gli sforzi di tutti quegli imprenditori che, nonostante tutto, scelgono ancora di investire in Italia e che costringe i nostri migliori cervelli a fuggire all’estero.
Nell’Italia di oggi non c’è la dittatura fascista ma, come 66 anni fa, è un paese che vede le sue migliori energie costrette a vivere sotto la cappa dell’oppressione, a salvaguardia dei privilegi di un uomo solo e dei suoi pretoriani. Quest’anno, quindi, il 25 aprile non può essere limitato solo ad una commemorazione di quegli eroi italiani, ma deve rinnovare il loro spirito e la loro voglia di libertà. L’Italia, oggi come 66 anni fa, è nettamente migliore di chi la governa, e deve riappropriarsi di se stessa, a partire da questo 25 aprile.”