Carceri italiane in crisi: nei primi sei mesi dell’anno sono 66.929 i detenuti, di cui la maggior parte uomini, rispetto ad una capienza massima di 43.879 posti. Vale a dire, 23.050 presenze in più, un indice medio nazionale del 52,5%.
A rilevare l’emergenza, l’ultimo rapporto della UIL PA Penitenziari, secondo cui sarebbero 10 le regioni italiane con un tasso di affollamento che va dal 15 al 50%, 9 addirittura quelle dal 51 all’80%. Migliore è la situazione nel Trentino Alto Adige, unico caso in Italia, un dato che tuttavia ha risentito dello scarso impiego del nuovo carcere di Trento. Stracolme, sono invece le case circondariali pugliesi. Il segretario generale della UIL PA Penitenziari, Eugenio Sarno, si è espresso duramente sul sistema penitenziario in Puglia, definendolo “prossimo al collasso e sempre più vicino alla completa paralisi. È una verità sempre più nascosta e sottaciuta, ha poi aggiunto. Sono presenti in regione 4.432 detenuti, 4.207 uomini e 225 donne, a fronte dei 2.471 posti attualmente disponibili. Un surplus di 1.961 presenze che fa attestare la media del sovraffollamento regionale al 79,4%, il più elevato in Italia”. L’istituto penitenziario più affollato è quello di Lecce: sono in 1.369 per una struttura che potrebbe contenerne soltanto 659. Un indice del 107,4%, cui fanno seguito quelli di Taranto (103,8%) e Foggia (93%). Nel nostro Paese ammontano a 34 i suicidi verificatisi all’interno di una cella, dal 1 gennaio al 30 giugno. Di gran lunga più alto, il numero delle persone che hanno tentato di togliersi la vita: è emerso, infatti, che nello stesso periodo ci siano stati 532 casi, molti dei quali sventati in extremis, in 135 carceri, il 66% sul totale delle strutture attive in Italia. Va a Cagliari il triste primato con ben 28 tentati suicidi, poi Firenze Sollicciano (25), Teramo (19), Roma Rebibbia e San Gimignano (18). In Puglia, sempre durante il primo semestre, sono stati 3 i suicidi compiuti, 2 a Bari e 1 a Taranto, 37 quelli tentati, di cui il maggior numero nel capoluogo salentino (18) e 21 quelli evitati grazie al tempestivo intervento degli agenti. La UIL PA Penitenziari ha indicato inoltre 2.583 atti di autolesionismo grave che si sarebbero consumati in 160 istituti penitenziari. Quella di Bologna è la struttura che ha registrato il più alto numero di casi, 112, a seguire Firenze Sollicciano (106), Lecce (93), che detiene anche in questo caso il primato regionale, Genova Marassi (77) e infine Teramo (66). A rendere il quadro nazionale ancor più grave, le aggressioni a danno degli agenti, le cui unità ferite, con prognosi superiore ai 5 giorni, ammonterebbero a 211, per non parlare delle costanti proteste dei detenuti. Numeri che, secondo lo stesso Sarno, “testimoniano e certificano l’imminente implosione dell’intero sistema penitenziario”, tenendo conto anche dell’esaurimento dei fondi legati all’ordinaria amministrazione.