La rock band salentina, nata nel 2005 dalle ceneri di una piccola Tribute Band dei Pink Floyd, vanta numerose partecipazioni a festival, il premio della Critica “Ivan Graziani” per Bungalow, il Premio Pigro 2009. Dopo il brano di esordio Bungalow, un vero e proprio tormentone estivo, ormai conosciuto e apprezzato da tutti, sono tornati con “Star System”.
Prodotto e arrangiato da Davide Maggioni per Rusty Records insieme a Danilo Longano e ai Toromeccanica, si compone di sette brani inediti che si possono distinguere all’interno del panorama italiano per il loro stile unico. “La musica dei TOROMECCANICA vive di una sperimentazione a 360 gradi e porta la band ad abbracciare i più disparati stili musicali”. La band è composta da Giampiero Della Torre (voce), Matteo Tornesello (chitarra), Iulo Merenda (chitarra), Mauro Levantaci (basso), Giorgio Maruccia (batteria).
Se foste voi il conduttore, come vi presentereste?
Ecco a voi i Toromeccanica band dalle sette vite e mille risorse, provenienti da una terra florida e abbastanza contaminata da mille sfumature musicali. Una terra che negli ultimi anni sta facendo scuola di musica in tutto lo stivale e che tra le altre cose ha anche avuto il tempo di partorire un progetto ibrido che nessuno ancora è stato in grado di classificare o accostare a qualcun altro. Lo chiediamo a loro quindi: “Che musica suonate ragazzi?” – “Noi suoniamo i Toromeccanica”!
“Star system” contiene, oltre all “L’amore ai tempi della crisi” e al tormentone “Bungalow” , le tracce “Desisti”, “79”, “Amore spasmodico”, “Sospiri” e “Il tango degli approcci sbagliati”. Qual è il filo conduttore dell’album?
Il filo conduttore dell’album è basato su un concept che descrive l’evolversi dell’amore attraverso tutte le sue fasi partendo dal punto in cui tutto diventa più interessante: la rottura. Un amore visto da angolature particolari quasi ricercate, tralasciando quella visione standard decantata nella maggior parte delle canzoni. I Toromeccanica nei loro testi non cercano di vedere l’altro lato della medaglia perché sarebbe ancora troppo consueto, loro ne scrutano il profilo alla ricerca di quei piccoli dettagli che non fanno necessariamente la differenza, ma sono comunque parte di quella cosa chiamata Amore.
E’ stato presentato ufficialmente venerdì 8 luglio presso il Parco Gondar di Gallipoli, com’è stato accolto dal pubblico e dalla critica?
Il debutto del nostro primo album è stata una serata fantastica la migliore della nostra vita. Vuoi perché c’erano proprio tutti dalla stampa alle radio, vuoi perché c’erano vecchi e nuovi amici che insieme hanno fatto una grande festa e anche perché c’era davvero gente di tutte le età. Tantissimi i giovani al centro in piedi di fronte a noi si mescolavano tranquillamente ai genitori con figli al seguito e alle altre band presenti. Dai metallari a rockettari passando per quelli della tradizione popolare alla gente comune. Un meltin pot straordinario dove l’unico tramite è solo la musica, il divertimento e la sorpresa, punto!Quello è stato ed è il nostro pubblico ideale. Senza bandiere e slogan inneggianti a questo a quel colore, senza quell’odiosa apologia della canapa un’ ”esca” ancora efficace ma vecchia come il mondo. Ognuno col suo viaggio ognuno diverso… e come recita uno slogan famoso “Very Normal People!” Gli articoli usciti a mezzo stampa hanno parlato molto bene dell’album,ma questa è una pratica comune per una band emergente non facciamoci illusioni, tra pochissimo arriveranno i giudizi a freddo e noi adesso abbiamo occhi e orecchie solo per questi.
“L’amore ai tempi della crisi” è il secondo singolo estratto dell’album…anche l’amore è in crisi?
Non credo che l’amore sia in crisi perché l’amore resta tale sempre al massimo, può subire lievi modificazioni genetiche senza però intaccare la vera natura. Quello che L’Atdc (L’amore ai tempi della crisi, nda) vuole affrontare è un discorso che ha sullo sfondo un periodo storico in cui le possibilità economiche non permettono grandi slanci, la canzone è come una foto in riva al mare in cui i soggetti, sorridenti, lasciano intravedere che dietro di loro molto più di qualcuno naviga in cattive acque.
L’aspetto “live” del vostro lavoro, quanto vi piace?
Troppo! È uno di quei momenti in cui puoi essere davvero quello che hai sempre sognato.
Cosa aspettarsi da un vostro concerto ?
Come dicevo prima: “Buona musica, divertimento e sorpresa”e ci aggiungo anche tutta la verità nient’altro che la verità nei testi di ogni canzone!
Siamo alla conclusione, grazie per il tempo dedicatoci. A voi l’ultima parola…
L’ultima parola del mio dizionario è sempre “Zuzzurellone”! Mi sa che devo comprare un’edizione più aggiornata!