“La mareggiata ancora in corso ha provocato danni piuttosto rilevanti su tutto il litorale salentino, ma a quanto pare il tratto di costa interessato dal nostro esperimento-pilota di ripascimento, a nord del faro di San Cataldo, fa eccezione a questo disastro generalizzato”.
Così il sindaco di Lecce Paolo Perrone all’indomani della nuova mareggiata che ha flagellato il litorale salentino, mettendo in ginocchio località rivierasche e operatori che vivono di turismo e che dunque fanno affidamento anche sulle spiagge per offrire alla domanda di vacanze proposte complete e convincenti.
Proprio le mareggiate dell’estate 2011, insiste infatti il sindaco Perrone, hanno dimostrato come la soluzione prescelta dal Comune per il tratto di costa che interessa San Cataldo, e in particolare la zona a nord del faro, stia dando buona prova di sé. Come si ricorderà, infatti, “le vicissitudini del nostro iniziale progetto di ripascimento del litorale, con la decisione della Regione di bloccare l’impiego di sabbia di una cava di terra per contrastare la crescente erosione del litorale, aveva costretto il Comune di Lecce a optare per una soluzione alternativa, ovvero per un esperimento pilota da approntare nella zona a nord del faro di San Cataldo. In quella occasione erano state realizzate, oltre ai pennelli trasversali alla costa (capaci di generare due “celle” di arenile interessato dall’intervento), tratti di barriera paralleli alla stessa, ma di cemento traforato e non compatto, che si chiamano “tecnoreef”, e che costituiscono la punta di diamante di un sistema brevettato per favorire il ripopolamento ittico dei litorali, ma che si è visto incidere positivamente anche in materia di erosione costiera”.
Si tratta in sostanza di un manufatto in calcestruzzo armato, a base di elementi naturali, che permette la costituzione di barriere artificiali su fondali marini e lacustri: “Abbiamo tentato questo esperimento utilizzando tra l’altro solo 10mila dei 200mila metri cubi di sabbia da ripascimento inizialmente previsti, e da un primo esame dello stato di quel tratto di costa dopo l’ultima mareggiata possiamo dire che questa soluzione sta funzionando, anche se ovviamente la situazione va ora monitorata in presenze delle diverse condizioni meteo e delle correnti marine invernali”. Unico neo dell’argomento, purtroppo, il costo dell’intervento, che prevede l’impiego di sabbia alluvionale, “e che risulterebbe dunque troppo oneroso per qualsiasi Comune che volesse farvi ricorso”, osserva ancora il sindaco di Lecce, che invita dunque la Regione a valutare la possibilità di estendere l’esperimento al resto delle coste pugliesi, beneficio possibile solo con l’impiego di finanziamenti regionali e comunitari, indispensabili “per tutelare adeguatamente l’habitat pugliese”, conclude il primo cittadino di Lecce, “e le basi di un’economia regionale che ha nel turismo, e quindi anche nelle spiagge, uno dei pilastri della propria ragion d’essere”.