“Di fronte alla demagogia e al populismo imperversante sui costi della politica e su una manovra del Governo senza prospettiva di crescita, l’Udc auspica un confronto sui problemi reali che frenano lo sviluppo del territorio. È il caso del porto turistico di Otranto di cui, il 7 luglio u.s., dopo quattro anni
di peripezie giudiziarie e burocratiche, la società proponente ha consegnato il progetto definitivo al Comune della cittadina adriatica ed alla Regione Puglia. Ma per la realizzazione di questa importante infrastruttura, che prevede 530 posti barca ed un investimento privato di 50 milioni di Euro, la strada appare ancora lunga e tortuosa.
Infatti, sono 25 gli Enti che dovranno esprimere parere positivo sul progetto, sulla Valutazione di incidenza e sulla Valutazione di impatto ambientale. Un percorso necessario ma che rischia di vanificare un investimento che porterebbe una boccata d’ossigeno alla economia di un territorio martoriato dalla disoccupazione e dalla crisi economica.
La vicenda del porto turistico di Otranto, meta d’eccellenza della Puglia turistica, prende il via il 12 ottobre 2007. Due anni dopo la Regione Puglia sceglie, tra le varie soluzioni presentate, il progetto di una società proponente e la autorizza a procedere alla redazione del progetto definitivo. Tra ricorsi giudiziari e tempi tecnici per la realizzazione del progetto si arriva al 2011.
Dopo quattro anni il percorso burocratico appare sempre più un labirinto dal quale è difficile stabilire i tempi per uscirne. Il prossimo scoglio da superare sarà la convocazione della conferenza dei servizi da parte del Demanio che affiderà alla società proponente il compito di trasmettere il progetto definitivo a 25 Enti che dovranno esprimere il relativo parere. Successivamente, la Conferenza dei servizi tornerà a riunirsi entro 150 giorni dalla data di ricezione dei pareri da parte degli Enti sopra indicati. Seguirà l’annuncio sul Burp, su un quotidiano nazionale e su un quotidiano locale dell’avvenuto deposito della Via (Valutazione di impatto ambientale).
Il procedimento si potrà considerare concluso solo se in conferenza si avrà la Valutazione di impatto ambientale positiva, la Valutazione di incidenza positiva e i 25 pareri positivi degli Enti sul progetto definitivo. Se si dovesse arrivare a questo risultato, ci sarà bisogno poi di un accordo di programma trattandosi di variante al Prg del Comune di Otranto con successivo passaggio in Consiglio Comunale per la ratifica. Ma il quadro sarà ulteriormente complicato in quanto quasi sicuramente sarà richiesta dalla Regione la VAS (Valutazione ambientale strategica) trattandosi di variante al Prg.
Questo lungo e complesso iter, come è facile immaginare, crea numerose incertezze sui tempi della realizzazione dell’importante opera turistica. Incertezze che potrebbero scoraggiare gli investitori privati i quali potrebbero rivolgere le loro attenzioni altrove.
Il caso del porto di Otranto è sintomatico della complessità della macchina burocratica che non incoraggia ma spesso vanifica qualsiasi iniziativa privata. È evidente e su questo profonderà il massimo impegno il Gruppo regionali Udc, per giungere ad una normativa che semplifichi i procedimenti di competenza regionale e quindi incoraggi gli investimenti privati sul territorio, consentendo alle imprese di muoversi con maggiore agilità e di ottenere risposte concrete in tempo reale”.