È il loro giorno, quello dei dipendenti del pubblico impiego. Anzi, sono le ultime ore per spingere all’accoglimento degli emendamenti al decreto “salva Italia”. Domani, dopo le 12, non ci sarà più tempo.
Per questo anche a Lecce lo sciopero s’è fatto sentire, con il presidio in mattinata ai piedi della Prefettura, in Via XXV Luglio. Sigle confederali riunite e a cui si è aggiunta anche la Confsal Unsa, tra le federazioni maggiormente rappresentative nel settore pubblico.
Sono otto le ore di astensione dal lavoro che sono state previste per gli uffici e in ambito sanitario, in cui sono state garantite solo le emergenze. Per la scuola, invece, un’ora a fine turno. Si tenta, insomma, il tutto per il tutto. In queste ore la manovra sarà passata al setaccio dalla Commissione Bilancio e Finanze del Senato, da cui si attende verrà licenziata entro venerdì. “Continuiamo ad essere mortificati- ha commentato Giovanni Rizzo, coordinatore regionale della Confsal Unsa-. Basta pensare che secondo l’Istat nel 2010, a fronte di un aumento dell’inflazione dell’1,5%, l’aumento retributivo medio è stato del 2,5% nel settore privato, appenda dell’1,3% nella pubblica amministrazione”.