Il giovane Gianluca Caputo, 22 anni, di Matino non ha ucciso Giorgio Romano, 66 anni, morto quattro anni fa, nel centro del paese del basso Salento. Ne sono convinti i giudici della Corte D’Assise di Lecce (presidente Roberto Tanisi) che lo hanno assolto “per non aver commesso il fatto”.
Il ragazzo, affetto da una serie di disturbi psichici per cui è in terapia da oltre un anno, era accusato di omicidio preterintenzionale. Ma il sostituto procuratore Paola Guglielmi, titolare del fascicolo ha chiesto alla Corte di assolvere l’imputato, in seguito alle risultanze processuali.
Fu proprio il 22enne, sentito in aula, a sostenere: “Non sono stato io a colpire Romano, è stata mia madre, con una scarpa”. Testimonianze, raccolte davanti ai giudici, hanno fornito conferme a questa versione dei fatti.
Il delitto risale al 21 marzo del 2009. Una banale lite per le vie del centro di Matino, non lontano da un locale pubblico. Volarono gli insulti: “Sei il figlio di un bastardo” avrebbe detto la vittima. Secondo la ricostruzione inizialmente operata dagli inquirenti, il giovane, all’epoca 19enne, gli avrebbe sferrato uno schiaffo. Romano sarebbe caduto per terra sbattendo la testa sul cordolo del
marciapiede. Dopo una degenza di oltre un mese, le condizioni dell’uomo si sarebbero aggravate, fino alla morte. Erano trascorsi pochi giorni dalla festa del papà, e il genitore del ragazzo, che viveva una difficile situazione familiare, era stato da poco arrestato.
Dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, gli atti saranno nuovamente trasmessi al pm, che dovrà occuparsi di indagare sulla madre del ragazzo.