Partiti. I deferimenti sull’inchiesta del calcioscommesse sono stati spediti dalla Procura federale intorno alle 16.40 di oggi pomeriggio a bordo di una Peugeot 308 scura, come la cancellata che si e’ chiusa al suo ingresso nella sede di via Po, lasciando al di fuori i cronisti.
Domattina tesserati e club sapranno se in quello scatolone di cartone, che ha lasciato oggi la Federcalcio, c’era anche il loro rinvio a giudizio nel processo sportivo che andra’ in scena giovedi’ 2 agosto all’ex ostello della gioventu’ del Foro Italico. Sempre domattina, copia dei deferimenti sara’ consegnata anche alla Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico. Intanto, bocche cucite da parte dei federali. ”Parlano i fatti”, si e’ limitato a dichiarare il Procuratore Stefano Palazzi. La mole di lavoro a cui si e’ sottoposto e ha sottoposto i suoi collaboratori e’ stata notevole. Con un’accelerazione che ha visto un centinaio di audizioni concentrate nell’ultimo mese e mezzo, fissate principalmente in base alle carte trasmesse dalle Procure della Repubblica di Cremona, Bari e Napoli. Dall’altra parte poi ci sono i tifosi. In queste ore di apprensione, l’unica certezza e’ che i casi di Lazio, Genoa – le cui posizioni sono strettamente collegate all’inchiesta sul derby con la Samp che sta conducendo la Procura della Repubblica del capoluogo ligure – e di altri club di A saranno rimandati a settembre. Cosi’ come il filone partenopeo dell’inchiesta riguardante il Napoli, trascinato nella vicenda dal suo ex terzo portiere Matteo Gianello che ha confessato di aver tentato di combinare la partita Samp-Napoli del 16 maggio 2010, cercando di coinvolgere anche capitan Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Rischiano un po’ piu’ invece societa’ come Lecce e Grosseto che potrebbero essere deferite gia’ domattina per responsabilita’ diretta: contro il patron dei maremmani, Piero Camilli, ci sono le testimonianze dell’ex ds Andrea Iaconi e di altri tesserati che lo accusano per la combine di Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010; contro i salentini peserebbe invece il presunto coinvolgimento dell’ex presidente Pierandrea Semeraro nella combine del derby con il Bari, denunciata dall’ex capitano dei biancorossi baresi Andrea Masiello. L’attenzione, pero’, e’ catalizzata dal tecnico della Juventus Antonio Conte. Il salentino e’ stato tirato nel vortice dalle dichiarazioni del ‘pentito’ Filippo Carobbio. I due hanno vissuto assieme la promozione in Serie A con il Siena: uno da allenatore, l’altro da giocatore. Conte e’ citato dal suo ex tesserato a riguardo delle presunte combine di Novara-Siena (”durante la riunione tecnica l’allenatore ci disse che c’era un accordo per il pari”) e AlbinoLeffe-Siena (”fummo tutti d’accordo, giocatori e staff tecnico, a lasciare la gara agli avversari”). Nonostante numerosi tesserati smentiscano Carobbio, lo juventino rischia quanto meno un’omessa denuncia. Ma c’e’ anche lo spettro dell’illecito sportivo che metterebbe a rischio la sua carriera a ridosso della Supercoppa Italiana dell’11 agosto. Carobbio e il pentito Carlo Gervasoni, de relato, accusano anche il presidente dei toscani Massimo Mezzaroma: per Modena-Siena, uno, per Siena-Varese, l’altro. La Procura federale, finora, ha ritenuto i due credibili e su di loro ha basato l’impianto accusatorio del processo svoltosi a fine maggio. Tra poche ore si sapra’ se li ritiene credibili al punto da deferire sia Conte che Mezzaroma.