La vicenda dell’Acquatina di Frigole è un esempio eclatante di sperpero del denaro pubblico che non può più essere tollerato. Lo comunicano in una nota congiunta l’on. Teresa Bellanova e il consigliere regionale, Antonio Maniglio.
Un’area che doveva diventare un fiore all’occhiello della città di Lecce e del Salento, con una struttura produttiva altamente innovativa e in grado di creare reddito e occupazione, oggi versa nell’abbandono più totale.
Eppure gli obiettivi erano altri: realizzare un Centro di Ricerche per la Pesca e Acquacoltura e attivare, nel contempo, un monitoraggio ambientale del bacino e del tratto di mare prospiciente. Dare vita, inoltre un Impianto Pilota di Acquacoltura e fare del Bacino di Acquatina un modello di tutela ambientale e di valorizzazione produttiva attraverso la gestione integrata del territorio e delle risorse, anche attraverso un adeguato sostegno sperimentale e di ricerca alle realtà produttive operanti nel campo della pesca e dell’acquacoltura.
E’ fin troppo facile mettere a confronto un progetto così ambizioso con la dura realtà che esprimono le foto.
E siccome lì sono state spese risorse pubbliche rilevanti (l’ultimo finanziamento della Regione è stato di 500.000 euro) è necessario fermarsi e decidere di imboccare una nuova strada.
L’Università di Lecce, che ha in gestione l’area del bacino, è in grado di portare avanti il progetto iniziale? Ha altre idee? E’ ancora interessata?
Noi ci attiveremo nelle sedi istituzionali per chiedere chiarimenti e far assumere impegni agli organi di governo; ma è qui, nel Salento, che occorre decidere cosa si vuole fare.
Sarebbe opportuno, pertanto, che il comune di Lecce mettesse intorno a un tavolo Università, Provincia e Regione per valutare insieme il cosa si può fare. Senza escludere nulla. Perché delle due l’una: o si trovano le risorse per recuperare l’esistente e completare l’opera altrimenti è bene valutare anche l’ipotesi di affidare l’area del bacino a imprese private che vogliono investire nell’acquacoltura e nella ricerca.
L’unica cosa che non si può fare, dopo aver speso tanti soldi, è lasciare l’acquatina nello stato di abbandono in cui si trova.