Un tempo il lavoro in banca era un porto tranquillo per tutta la vita, ma oggi nessun settore è al sicuro: i primi a rischiare sono sempre i lavoratori. 4oo dipendenti leccesi della banca Mps, già da qualche tempo, si preparano alla mannaia delle esternalizzazioni programmate dall’amministrazione centrale
dell’istituto di credito. Con il nuovo piano industriale si prevede la chiusura di 400 filiali (su 2.915 filiali) in tutta Italia, la mobilità territoriale per 2.500 dipendenti e l’esternalizzazione del back-office (2.360 addetti).
La politica prova a bloccare l’ennesimo piano devastante per il “deserto occupazionale” salentino. Dopo incontri, consultazioni e interventi dei livelli regionali, il Consiglio comunale, ieri, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che affronta questo spinoso tema. Il Consiglio si è impegnato «ad attivarsi, per quanto di propria competenza, per la soluzione della vertenza in atto dichiarando, nel contempo, la netta contrarietà al Piano industriale della Monte Paschi di Siena per la parte riguardante la esternalizzazione dei servizi in quanto mette in discussione la prospettiva occupazionale di centinaia di lavoratori».
L’istituzione leccese non si dà per vinta e nei prossimi giorni cercherà di coinvolgere con più forza il governo, come recita l’o.d.g. di ieri, chiedendo «al presidente Profumo e all’Amministrazione delega per vedere di riaprire le trattative con le organizzazioni sindacali partendo dalle proposte formulate dalle stesse organizzazioni sulla riduzione dei costi strutturali e del personale, come previsto dal “Piano industriale” al fine di evitare le esternalizzazioni». I lavoratori si sentono beffati, perché l’ultimo C.C.N.L. siglato tra le organizzazioni sindacali di categoria e l’A.B.I. prevede esplicitamente l’internalizzazione dei servizi bancari. L’amministrazione di Monte dei Paschi di Siena non ha dato segni di apertura per il momento: nella nostra città oltre 400 unità lavorative, attualmente in servizio presso il Consorzio sito nella zona industriale, sarebbero esternalizzate con tutti i rischi e le conseguenze di tale scelta per il loro futuro.
Ecco perché il Consiglio comunale si è impegnato a percorrere tutte le strade possibili, affinché si riesca a convincere «il presidente Mussari a rispettare gli impegni assunti con le segreterie nazionali dei sindacati, in fase di rinnovo del contratto nazionale di lavoro firmato da ABI e OO.SS».
Maurizio Renna, sindacalista e dirigente responsabile del personale di Mps, commenta positivamente l’intervento del Consiglio comunale: «Si tratta di una mossa giusta e pertinente. Attualmente, non bisogna dire che i giochi sono fatti, perché Monte dei Paschi potrebbe riaprire il dialogo con i sindacati e tornare sui suoi passi». L’ottimismo del dirigente fa ben sperare, mentre lavoratori e sindacati si preparano a tornare in Prefettura.