“E’ normale che il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Minorile dott.ssa CHINNICI, peraltro appena insediatasi, difenda a spada tratta l’operato dei suoi predecessori e dei suoi dirigenti,ma difendere ciò che è difficilmente indifendibile, specialmente nel momento economico che vive la nostra nazione, non è tollerabile.”
Lo afferma il segretario nazionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
“Tutto ciò nasce dai servizi della trasmissione televisiva “Striscia la notizia” sugli sprechi di uomini e mezzi del carcere minorile di Lecce chiuso da 5 anni ma con ben 29 persone che ogni giorno timbrano il cartellino.
Sia chiaro la colpa non può essere addossata ai lavoratori, ma a chi prendendo centinaia di migliaia di euro all’anno non ha fatto nulla affinchè lo spreco si perpetrasse nel tempo.
In primo luogo la dottoressa CHINNICI giustifica il tutto con una piena attività di custodia dei minori del centro di prima accoglienza , rimasto sempre funzionante e con il servizio di traduzione per accompagnare i minori.
Solo che il Capo del Dipartimento dimentica di dare i numeri di tale attività che per tutto il 2012 è riconducibile a non più di una decina di ragazzi che sono transitati dal C.P.A di Lecce, e che hanno sostato nella struttura per non più di 48 ore.
Immaginiamo poi che per gli anni passati i numeri non si siano discostati tanto da quelli del 2012.
Per quanto riguarda poi il supporto al carcere minorile di Bari si vuole rappresentare che ciò si è verificato nei solo nei mesi estivi per un totale di non più di 4 unità diluite in questi periodi, peraltro pagati a peso d’oro considerato che veniva concessa l’indennità di missione forfettaria molto onerosa per l’amministrazione.
Anche per il lavoro straordinario il paradosso è che, mentre a BARI dove ci sono detenuti e si lavora in condizioni molto onerose per il personale di Polizia Penitenziaria è stato drasticamente ridotto ed addirittura non viene pagato da mesi, a Lecce viene pagato per quali servizi istituzionali ?
Così con una situazione penitenziaria drammatica, ove a pochi kilometri c’è il carcere di Borgo San Nicola di Lecce con il personale di Polizia Penitenziaria costretto a turni di lavoro massacranti, non possiamo accettare quanto comunicato dal Capo dipartimento della giustizia minorile che liquida come normale, una situazione che solo in Italia è possibile tollerare.
Per la situazione del carcere minorile di Lecce e perché no del centro di prima accoglienza di Taranto nelle stesse condizioni di quest’ultimo, riteniamo che sarebbe interessante una valutazione della corte dei conti al fine di giudicare la correttezza della situazione.
In tutti questi anni il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha sempre richiesto che il personale di polizia penitenziaria del carcere minorile di Lecce fosse impiegato presso la Casa Circondariale di Lecce ed all’occorrenza, recarsi presso il carcere minorile in occasione dei rari arrivi di ragazzi che come si diceva prima non sostano, più di 48 ore,mentre per la vigilanza della struttura sarebbe bastato un servizio di vigilanti.
Forse misure così semplici ed economiche sono difficilmente comprensibili per chi vive in stanze ovattate ben pagato, senza mai rispondere di nulla, tanto paga pantalone.”