“Gioco queste primarie per battere Monti e per esorcizzare lo spettro di un Monti bis”. Così il leader di Sel, Nichi Vendola, a margine del suo intervento che apre la sua campagna elettorale per le primarie del centrosinistra. “Milioni di persone che votano per le primarie – aggiunge – stanno dicendo
che questo Paese ha subito già troppo dal Governo dei tecnici e non è disponibile all’ipotesi di un Monti bis”. Per questo il leader di Sel si augura che ci sia “una gigantesca presenza ai gazebo, uno tsunami che avrà la forza di cancellare l’ipotesi di un Monti bis”.
La cultura come elemento sul quale “scrivere l’intera agenda di governo”, la buona politica, che “deve costituire una coppia di fatto con la speranza”, la libertà dell’individuo in tutte le sue accezioni e i diritti dei lavoratori. Su questi punti cardine si snoda il discorso di apertura della campagna elettorale per le primarie del centrosinistra del leader di Sel, Nichi Vendola. Sceglie il museo Mav di Ercolano per lanciare la sua candidatura e si mostra emozionato al suo arrivo, quando diverse centinaia di persone gli stringono la mano e lo abbracciano.Vendola chiede di andare “oltre la foto di Vasto, allargando alle donne, ai movimenti sociali, che sono i protagonisti del cambiamento”.Chiarisce subito che non intende parlare delle primarie, ma di “cio’ che c’e’ intorno a noi”. A partire dal “patrimonio culturale sterminato, che avrebbe un potenziale incalcolabile se fosse valorizzato come merita”, invece di “mettere in liquidazione questa fabbrica di bellezza”. Vendola parla di “liberta’ dai veleni”, che nel caso dell’Ilva di Taranto fa rima con il diritto al lavoro, perche’ “la scelta non e’ tra ambiente e lavoro, ma tra un’impresa irresponsabile e l’ambiente e il lavoro, che vanno insieme”. Il lavoro che e’ stato “degradato da 47 forme di contratti atipici”, sui quali “il ministro Fornero ha provato a fare qualcosa, ma non ci e’ riuscita”, ironizza Vendola, secondo cui “alla Fornero riesce bene intervenire sull’Imu, ma non sulla Patrimoniale, che non e’ un residuo bolscevico, ma una proposta per riequilibrare una societa’ che ha picchi vergognosi di ricchezza e poverta’”. Un accenno alla politica, con il ‘berlusconismo’ che attraversa ancora l’Italia “in lungo e in largo”, con una cultura che trasforma “Fiorito in un eroe del nostro tempo”. Un discorso durato oltre un’ora e mezza, interrotto molte volte dagli applausi della platea, per spiegare la sua posizione alternativa, riassunta nello slogan ‘Oppure Vendola’ che lo accompagnera’ in campagna elettorale.