Venerdì 16 novembre ci sarà la prima udienza preliminare del processo penale dell’Operazione Sabr al Tribunale di Lecce alle ore 11 alla presenza del Giudice Alcide Maritati. La CGIL e la FLAI Cgil Lecce hanno deciso di costituirsi parte civile in questo processo e saranno seguiti dal professore avvocato Vittorio Angiolini per la Cgil e dall’avvocato Viola Messa per la Flai Cgil.
Lo facciamo innanzi tutto perché i principi e le norme dello statuto del nostro Sindacato affermano il valore della solidarietà in una società senza privilegi e discriminazioni, in cui sia riconosciuto il diritto al lavoro alla salute alla tutela sociale, il benessere sia equamente distribuito rimuovendo gli ostacoli politici sociali ed economici che impediscono alle donne, agli uomini, nativi e immigrati, di decidere della propria vita e del proprio lavoro.
Lo facciamo perché c’è una stretta connessione tra legalità e rilancio dell’economia del territorio, da cui discendono diritti per i lavoratori e prospettive di tenuta e crescita per le aziende sane.
Dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, da cui ha avuto origine l’Operazione Sabr, conclusa nel maggio scorso e che ha portato all’arresto di alcuni imprenditori agricoli e diversi caporali, è emersa la condizione di grave sfruttamento e di “soggezione continuativa, condizione analoga alla schiavitù” a cui erano costretti i migranti stagionali, reclutati dai caporali in diretto contatto con le aziende per la raccolta delle angurie e dei pomodori, su un perimetro territoriale che non è solo quello di Nardò. È emersa la dimensione di questa realtà che non è “solo” sfruttamento lavorativo degli extracomunitari ad opera dei caporali, ma un pervasivo sistema di criminalità economica e organizzata.
L’immigrazione è una sfida per la nostra democrazia: dobbiamo ripartire dai diritti, dai diritti che vanno riconosciuti alle persone e, fra esse, anche ai migranti. La difesa della legalità non può prescindere da una diffusa cultura del rispetto delle regole e dei diritti, ma anche dal rafforzamento di tutto il sistema dei controlli.
Il tema dell’immigrazione è diritto al lavoro, alla convivenza, all’eguaglianza. È impegno per sottrarre il mercato del lavoro al condizionamento delle mafie e della criminalità organizzata che sono diretto ostacolo al libero svolgimento della democrazia e al libero e garantito dispiegarsi del mercato del lavoro.
Il giorno prima dell’udienza preliminare, domani, giovedì 15 novembre, alle ore 16 alle Officine Cantelmo di Lecce, presenteremo “Ama il tuo sogno” il libro di Yvan Sagnet, leader, nel 2011, del primo sciopero in Italia dei braccianti agricoli migranti e che ha visto come scenario la masseria Boncuri di Nardò. Un momento alto di rivendicazione e di lotta per i diritti che ha dato seguito a delle conquiste sindacali e civili importanti, ma che ha visto anche disattendere impegni importanti da parte delle istituzioni e delle parti datoriali sull’accoglienza e sul riconoscimento di diritti della persona oltre che dei lavoratori.
Il racconto dello “sciopero di Boncuri” che Yvan traccia nel suo libro, trasmette il valore di una battaglia per i diritti dei raccoglitori stranieri di angurie e pomodori nelle campagne di Nardò e che è diventata nazionale per i diritti di tutti i lavoratori, principali vittime dell’infiltrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e produttivo. Battaglia che è diventata simbolo di riscatto, di riconquista della dignità e di rivendicazioni diffuse. Il simbolo di questa grande battaglia era Masseria Boncuri, un luogo nel quale e’ stato possibile per i lavoratori migranti solidarizzare e condividere un percorso di lotta e di rivendicazioni. Masseria Boncuri nel 2012 non e’ stata riattivata e le conseguenti condizioni di degrado e precarietà sono state evidenti.
Prefettura, Provincia di Lecce, Comune di Nardò sono stati tutti invitati, domani a partecipare alla presentazione del libro: a ognuno, per i propri ruoli e responsabilità, chiediamo di riprendere quanto prima gli incontri per determinare condizioni di permanenza dignitosa per le persone e di trasparenza e legalità nel lavoro, per non ritrovarci nuovamente la prossima estate davanti a un’emergenza umanitaria.