Anche quest’anno la festa del 4 novembre si è svolta a Lecce in una cornice di grande partecipazione e all’insegna della condivisione dell’importanza di ricordare i grandiosi e terribili eventi della Grande Guerra per riannodare il filo esile e prezioso della memoria, perché possa servire alla vita presente
, perché ci insegni a riflettere, a pensare, mettendo da parte ogni esaltazione retorica e ogni polemica pretestuosa.
I caduti della Grande Guerra – ha ricordato il Prefetto nel suo intervento – non sono caduti per se stessi, alla ricerca di un vantaggio personale, ma per qualcosa di più grande, che ci riguarda tutti, per qualcosa che rappresenta il Bene Comune: la Patria, parola tante volte abusata, trascurata, vilipesa, che sta a noi recuperare e nobilitare. Non esiste città o piccolo paese in Italia che non abbia una piazza con il suo monumento ai caduti in ricordo di quei giovani morti a vent’anni che avevano lasciato le proprie case, gli affetti, il lavoro nei campi e nelle officine per ritrovarsicon altri giovani provenienti dalle più diverse parti d’Italia sotto la stessa bandiera, con indosso la stessa uniforme, per combattere in nome dei medesimi ideali .
Sono trascorsi quasi cento anni da quegli eventi ma quel sacrificio collettivo non può essere dimenticato; qualunque cosa possa essere successa , o succede, o succederà non sarà possibile spezzare quel vincolo di fraternità, di unità, di senso della giustizia, che si è creato per la prima volta in quella occasione.
Dopo la deposizione della corona, unica da parte di tutte le istituzioni, a sottolineare anche in questo il carattere corale della partecipazione, al termine degli interventi del Generale comandante del presidio, del Sindaco, del Presidente della Provincia e del Vice Presidente della Regione, la cerimonia si è conclusa con la lettura della poesia di Corrado Alvaro “ Il Compagno “.