Elezioni? Il partito dell’astensionismo non vince tra gli over 50 pronti a partecipare ai prossimi appuntamenti elettorali, a cominciare dalle elezioni politiche. Cosa chiedono al nuovo governo? In ordine di priorità: investimento sui giovani, occupazione, riduzione delle tasse.
Nonostante l’attuale crisi della politica, dall’indagine effettuata da 50&Più, Associazione di ultracinquantenni, il 63% degli intervistati di età compresa tra i 50 e i 65enni, dichiara che andrà a votare, con una proporzione dunque più elevata rispetto a quella emersa nelle ultime elezioni siciliane, in cui metà dei cittadini hanno disertato le urne. Percentuale destinata a crescere considerato il 16,3% di elettori che si dicono ancora indecisi. I soggetti maggiormente propensi sono gli uomini rispetto alle donne e la componente relativamente più giovane del campione intervistato e cioè i 50-59enni come pure sono le persone residenti nel Centro Italia rispetto al resto del Paese.
“Il dato esprime il desiderio degli over 50 di tornare a una normalità che nell’ambito di una democrazia parlamentare si ottiene andando a votare, possibilmente con una nuova legge elettorale. Mi sembra quindi un segnale di saggezza la richiesta di un ritorno all’impegno della politica, della buona politica”. E’ il commento di Renato Borghi, presidente nazionale di 50&Più.
Quanto al proseguimento o meno, nel periodo post-elezioni, del cosiddetto Governo dei tecnici, la maggioranza relativa degli intervistati (e cioè il 44,2%) ribadisce che “devono tornare i politici”, specie nel caso delle persone interrogate che si trovano nella fascia di età intermedia e cioè tra i 55 e i 59 anni. Il 35,5%, invece, pensa che“ deve continuare il suo lavoro”.
Riguardo ai temi prioritari su cui il nuovo Governo dovrebbe porre maggiore impegno le risposte costituiscono lo specchio del vissuto quotidiano della famiglia italiana che vede le seguenti tre priorità: al 1° posto, l’investimento sui giovani (20,1%); al 2° posto, la riduzione della disoccupazione (16%); al 3° posto, la diminuzione delle tasse (15,9%). E sempre i giovani sono la componente sociale verso cui attuare le misure più urgenti per il 31,7 degli intervistati.
E il futuro? Sul piano personale la visione è sostanzialmente divisa in due parti: quella di un 42,1% di intervistati che “pensa positivo” e un 53,5% che ritiene di avere invece delle prospettive incerte. Il prevalere della visione positiva riguarda soprattutto la componente più matura (e cioè i 60-65enni) e quella residente sempre nel Centro Italia; mentre le persone più preoccupate sono i 50-59enni e cioè coloro che si trovano ancora nella fase di piena vita attiva, nonché coloro che vivono nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese.
In parallelo il futuro dell’Italia tende ad essere guardato attraverso i toni grigi o scuri più marcati rispetto a quelli usati per descrivere il futuro personale. Tuttavia va anche detto che in particolare esiste un 18,7% che risulta decisamente ottimista circa l’uscita del Paese dalla crisi, contrapposto ad un 19,1% che ritiene di non essere affatto sicuro circa l’uscita dell’Italia dall’attuale situazione.
In mezzo probabilmente c’è l’italiano rassegnato a “tirare cinghia” per sé e per la propria famiglia (56,6%), pur non avendo un atteggiamento del tutto negativo in linea di principio nei confronti del Paese, forse consapevole che anche in altre situazioni difficili siamo riusciti a superare ostacoli molto impegnativi. Del resto l’immagine dell’Italia all’estero viene valutata dagli intervistati come buona e/o da migliorare e non certo pessima, nel 43,7% dei casi.
50&Più, Associazione di ultracinquantenni aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia. Fondata nel 1974, forte di 330 mila iscritti, è interlocutrice qualificata degli organi politico-istituzionali del Paese in materia previdenziale e sociale. E’ diffusa con oltre 1.000 sedi su tutto il territorio nazionale. Conta anche 20 sedi in 7 paesi del mondo.