Candidato al Senato per il Partito Democratico e navigato politico del centrosinistra, Cosimo Durante auspica la maggioranza a entrambi i rami del Parlamento per portare avanti il programma riformista della coalizione di Bersani
Nel rush finale di questa campagna elettorale incalzano i dati ufficiosi dei ben informati che vedrebbero la vittoria del centrosinistra solo per la Camera, lei è candidato al Senato, che idea si è fatta?
Secondo i dati in nostro possesso possiamo ben sperare, anche la Puglia sembra in quota al centrosinistra quindi alla vittoria del Partito Democratico e di Sel. Il voto degli indecisi si sta spostando su un voto utile che è orientato sui partiti che possono garantire la governabilità. La gente ha compreso il rischio che una vittoria risicata darebbe instabilità al nuovo governo e sta orientando il proprio consenso a chi garantisce la governabilità e le linee programmatiche per il rilancio del Paese.
Cioè quali?
Noi siamo per la riduzione della forbice della disuguaglianza attraverso i temi importanti: lo sviluppo, l’occupazione, il lavoro, il welfare, la scuola, l’università. Noi diamo la certezza di un impegno forte verso queste problematiche con grandi prospettive future per la coesione sociale.
I vostri programmi riformisti non sono visti di buon occhio dalle altre coalizioni, una possibile alleanza con il centro attenuerebbe la linea delle grandi riforme?
Noi contiamo di raggiungere una maggioranza tale da portare a compimento gli obiettivi del nostro programma, vogliamo essere autonomi rispetto ad alcune scelte. Se ci dovesse essere la necessità di essere accompagnati da qualcuno esterno alla nostra coalizione, è chiaro che il punto di convergenza dovrà essere sulle riforme forti del nuovo programma e l’obiettivo finale sempre nell’interesse della popolazione.
La scuola, l’istruzione, l’università al centro dei programmi del centrosinistra anche come obiettivo di crescita, mentre l’ultimo governo ha compiuto solo tagli nel settore per mancanza di risorse. Dove crede il centrosinistra di poter trovare il necessario per far ripartire la cultura nel modello di crescita?
Il nostro candidato premier da persona competente e leale verso al Nazione ha voluto lanciare il piano riguardante la scuola e non si è trattato di uno slogan propagandistico; ha individuato quelle che sono le criticità forti soprattutto di tipo strutturale e ha indicato anche il reperimento delle risorse. La messa in sicurezza delle scuole intese come strutture è una priorità, a questo seguirà il rilancio della cultura nel significato più ampio del termine.
Quali saranno invece le priorità per il suo territorio guardate dall’alto del Parlamento?
Le politiche per il territorio sono indispensabili e non possono prescindere dalle scelte del più ampio raggio nazionale. La rete istituzionale si deve intensificare per favorire le identità locali, le risorse ambientali, lo sviluppo ecocompatibile ma soprattutto per il rilancio dell’agricoltura, un settore strategico che sta dando grosse soddisfazioni in processi regionali già avviati.
Bersani vi ha esortati a fare la propaganda elettorale del “porta a porta”, nel senso di vicina alla gente, tra la gente, qual è la risposta che state ricevendo dal popolo elettore?
Ci ascoltano perché trasmettiamo in loro la speranza per il cambiamento, il risveglio delle coscienze anestetizzate da una politica populista degli ultimi vent’anni. Il partito Democratico è differente per contenuti, per capacità e per sentimenti.
Si vota nuovamente con la vecchia legge elettorale, il Porcellum che non vuole nessuno a partire dai politici ma poi resta lì. Può essere un vantaggio per i vecchi partiti o per i nuovi movimenti che nascono e trovano terreno fertile per crescere?
L’attuale legge elettorale doveva essere cambiata perché non ha una dimensione democratica, il principio di partecipazione viene penalizzato. Non ci è stato consentito di cambiare questa legge dal Pdl e dall’Udc e abbiamo cercato di rimediare con le Parlamentarie, cimentandoci a far scegliere dal basso chi doveva rappresentare il popolo in Parlamento. Sono queste le peculiarità di un partito riformista e che crede nella partecipazione.