Era stata sospesa per dare spazio ai numerosi interventi di chi aveva chiesto la parola lo scorso 14 marzo, si è conclusa questa sera, l’assemblea provinciale del Pd. Respinte le dimissioni di Durante, riconosciute quelle di Capone in ordine alle norme statutarie e incaricata la commissione di garanzia di individuare un nuovo rappresentante a guida del partito. Questo a grandi linee quanto è stato prodotto nel documento già in circolazione tra i tesserati e reso ufficiale a conclusione dell’assemblea.
La consueta analisi del voto dopo-elezioni aveva spinto i vertici ad un primo incontro in cui il segretario Capone e il presidente Durante rassegnarono le dimissioni. Per il primo un atto dovuto come da regolamento per incompatibilità con l’attuale carica di parlamentare; il secondo, riconoscendo l’incapacità di convincere gli elettori sulla volontà di rinnovamento del partito e i conseguenti scarsi risultati ottenuti alla competizione elettorale.
Gli interventi che si sono succeduti questa sera hanno rimarcato quanto già detto nella prima fase dell’assemblea, quando i presenti manifestarono malumori per gli estenuanti dibattimenti al chiuso delle assemblee che non danno certo l’idea di rinnovamento invocato da molti e auspicato da tanti.
Questa sera, il dimissionario Durante ha ritirato le dimissioni, toccherà a lui e al presidente dei garanti, Alberto Maritati, sentito il segretario regionale Sergio Blasi, indicare un coordinatore o una coordinatrice che traghetti il partito fino al prossimo congresso, probabilmente il prossimo autunno. Entro 10 giorni, il Pd provinciale avrà dunque un nuovo “condottiero” con la responsabilità di una gestione allargata “alle diverse anime del partito e che non sia candidabile né al prossimo congresso provinciale, né in eventuali e anticipati”.
“L’elezione del nuovo segretario – ha commentato l’uscente Capone – dovrà rappresentare un altro segnale forte del cambio di passo che sta compiendo il nostro partito. Non potrà prescindere da un confronto sull’impegno, le capacità e soprattutto la lungimiranza di chi si candiderà a ricoprire questo ruolo chiave. Perché il Pd ha bisogno di saper affrontare a testa alta le sfide presenti e future che si preannunciano sempre più complesse. Andiamo dunque avanti, spendendo il nostro impegno per il futuro del nostro territorio, del nostro paese, badando ai problemi concreti dei nostri cittadini. Facciamoci guidare dalle loro voci e dai loro bisogni dimostrando di aver imparato la lezione. Svincoliamoci dalle vecchie liturgie e mostriamo di saper fare meglio, di saper fare di più, di essere in grado di proporre una nuova classe dirigente all’altezza del nostro Salento”.
Di “vecchie liturgie” aveva precedentemente parlato il giovane segretario di Maglie Luigi Gianfreda, commentando le vecchie prassi delle assemblee di partito dove si fanno interventi, si danno pareri che poi cadono nel vuoto lasciando a chi sta in altro le decisioni per tutti. Nel documento programmatico, tra l’altro, si parla di emergenza occupazionale del meridione, “eppure – ha chiosato Gianfreda – in tante ore di assemblea non ho sentito pronunciare un termine tanto in auge: precario”. Il Partito democratico a tutti i livelli invoca il rinnovamento ma non sa da dove cominciare, si potrebbe cominciare dalle riunioni degli iscritti, secondo il segretario magliese, dal mettere ai voti le proposte che giungono dalla platea. Ma anche gli interventi precedenti e successivi non hanno risparmiato critiche sul modus operandi del partito che dovrebbe cambiare dal suo interno per dimostrarlo fuori e convincere gli elettori, che di belle parole non ne possono più.
Sulle “crepe” interne si è soffermato Salvatore Capone: “in questi anni troppo spesso mi sono trovato di fronte a sterili critiche che non hanno sortito altro effetto che alimentare tensioni interne. Non ho mai sostenuto di essere perfetto, ma non amo chi pontifica: per me le valutazioni sono credibili solo quando vengono mosse da chi gioca sul campo ad armi pari dimostrando responsabilità e abnegazione, impegno mirato al raggiungimento di un obiettivo comune”.
Per il segretario uscente l’invito è stato di non ridurre il dibattito politico in atto nel partito a mera contrapposizione tra esponenti del gruppo dirigente per l’assegnazione degli incarichi.
M. Cristina Pede