La Procura ha detto no alla richiesta di Luciano Liuzzi di essere ascoltato nell’ambito dell’inchiesta in cui è indagato per la scomparsa di Luca Greco e Massimiliano Marino, di 38 e 34 anni, di Squinzano e di San Donaci. Il 36enne, originario di Brindisi e agli arresti domiciliari presso l’abitazione dei suoi genitori nel capoluogo messapico, tramite il suo avvocato difensore Ladislao Massari, aveva chiesto un confronto con il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, titolare del fascicolo d’indagine, per fugare qualsiasi dubbio circa un suo presunto coinvolgimento nella scomparsa di Marino e Greco ma il pm ha ritenuto di poter sorvolare su tale richiesta. Tra l’altro, le sue giustificazioni sui messaggi ricevuti fra le cinque ed un quarto e le sei della sera del 10 marzo proprio dai due scomparsi sono state già pubblicate in un articolo pubblicato sull’edizione di ieri del “Nuovo Quotidiano di Puglia” ed è stato inserito negli atti dell’indagine. Le priorità, per gli inquirenti, sono altre in questo momento. In primis la perizia sui telefonini sequestrati oltre che a Liuzzi anche a Giovina Vitale, 42 anni di Cellino San Marco, e coinvolta nel processo “Break Open”, (entrambi verranno giudicati in abbreviato il prossimo 10 giugno) e ad Alessandra Bruni, 22 anni, di Squinzano, compagna di quel Marino manca sfuggito ad un agguato lo scorso 8 settembre. Il magistrato conferirà l’incarico nella giornata di domani all’ingegnere Tania De Benedittis e per scremarne il contenuto ci vorrà circa una settimana. Dagli sms gli inquirenti potrebbero ottenere la tanto attesa svolta per un mistero in cui l’ombra della “lupara bianca” è sempre più incombente.
F.O.