I carabinieri di Rieti erano sulle loro tracce da tempo, convinti che i due avessero messo su una fiorente attività di spaccio, tra il capoluogo di provincia laziale e Roma. E così, lo scorso giovedì, i militari hanno pianificato un servizio mirato, che ha consentito di arrestare i due pusher in flagranza di reato. Si tratta di un senegalese di 32 anni e di un operaio leccese, Piero Martano, di 44 anni, già noto per reati analoghi.
I due sono stati bloccati, al termine di un servizio di osservazione e repressione del fenomeno dello spaccio di stupefacenti, in piazza San Giovanni, a Roma. Erano circa le 14, quando i militari, appostatisi nelle vicinanze, hanno documentato la cessione di una dose di droga, decidendo poi di passare all’azione.
Il senegalese ed il salentino sono stati fermati e perquisiti. Nelle tasche del leccese, i militari hanno rinvenuto numerose dosi di eroina, già confezionate in dosi e pronte per essere vendute, mentre in quelle dell’africano un centinaia di euro, ritenuti provento dell’attività illecita. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di recuperare, in casa di Martano, 28 semi di cannabis, un trincia-tabacco, un bilancino di precisione e tutto il materiale utile al confezionamento delle dosi.
I due sono stati arrestati e ieri mattina sono comparsi davanti al gip del tribunale di Roma, per essere giudicati col rito abbreviato: il leccese è stato condannato ad un anno e quattro mesi, da scontare agli arresti domiciliari, mentre il 32enne senegalese ad un anno di reclusione, da trascorrere presso il carcere romano di Rebibbia.