Per l’allestimento di un bar a Lecce, mai aperto, avrebbe effettuato acquisti di svariata attrezzatura per circa 41 mila euro recandosi presso il negozio “Benedetto Arredi”, in via Reggimento Fanteria a Lecce. A seguito del mancato pagamento, però, si sarebbe rifiutata di riconsegnarli al proprietario che, nel frattempo, ne aveva chiesto la restituzione. E’ stato così disposto il decreto di citazione a giudizio a firma del sostituto procuratore Emilio Arnesano nei confronti di Francesca Leone, 42enne di Lizzanello, per la quale la Procura ha ipotizzato l’accusa di appropriazione indebita. Il processo si aprirà domani dinanzi al giudice del Tribunale monocratico di Lecce quando il legale rappresentante della “Benedetto Arredi”, Gaetano Benedetto, si dovrebbe costituire parte civile, assistito dall’avvocato Francesco De Giorgi, chiedendo un risarcimento danni per circa 100 mila euro. Il lavoro degli inquirenti è stato messo in moto con una denuncia sporta proprio da Benedetto. Il tre settembre del 2009, la Leone si sarebbe recata presso i locali del suo negozio per acquistare un banco caldo di due metri, un sottobanco frigorifero, un banco bar sagomato, una bilancia elettronica, nove scaffali in legno, una mensola snak in legno, una cucina a gas a quattro fuochi e uno sgabello. Tutti acquisti propedeutici per l’apertura di un bar. I beni furono inseriti nel contratto di riserva di proprietà fino all’integrale pagamento del prezzo della vendita regolarmente trascritto nei registri della cancelleria del Tribunale Commerciale di Lecce per il prezzo complessivo di 41 mila euro. Il credito, secondo quanto denunciato, sarebbe stato incorporato in titoli cambiari, dei quali, però, alcuni tornati insoluti ed esattamente quelli relativi alle mensilità del quindici novembre 2011, quindici dicembre 2011 e quindici gennaio 2012. L’atto di precetto, notificato nel febbraio dello scorso anno, non sarebbe mai stato ritirato pur essendo stato spedito presso il domicilio della Leone e venne anche inviata una diffida con la quale l’acquirente veniva sollecitata a comunicare quanto meno il luogo in cui la merce era stata custodita. La Leone, però, non avrebbe mai comunicato a Benedetto dove fossero custoditi i beni. Su queste basi e per il danno economico subito, il legale rappresentante decise di sporgere querela allegando copia dei titoli cambiari protestati, copia del contratto con riserva di proprietà sino all’integrale pagamento del prezzo, regolarmente registrato, le bolle di consegna e copia dell’atto di precetto non ritirato.
F.O.