LECCE – Un ristoratore leccese indagato per estorsione ai danni di un suo dipendente. Minacce di licenziamento se il lavoratore (di nazionalità straniera) non avesse accettato paghe inferiori a quelle pattuite. E il nome di S.V., di 44 anni, compare nell’avviso di conclusione notificato di recente dal sostituto procuratore Roberta Licci. L’indagine è stata avviata con una denuncia della persona offesa (da tempo residente a Lecce). I fatti risalgono al 2015.
Il ristoratore avrebbe concordato l’assunzione del lavoratore assegnandogli le mansioni di lavapiatti assicurandogli contestualmente la regolarizzazione del rapporto di lavoro. Dopo pochi giorni, però, seguendo l’impostazione accusatoria S.V. avrebbe cambiato le carte in tavola arrivando a minacciare il lavoratore. Come? Comunicandogli che avrebbe corrisposto 10 euro e comunque somme inferiori e con consistenti ritardi senza peraltro provvedere alla regolarizzazione del rapporto. E se non avesse accettato le condizioni stabilite sarebbe stato immediatamente licenziato. Il ristoratore non avrebbe così adempiuto all’erogazione delle somme dovute (anche a titolo di oneri contributivi e previdenziali ) arrivando a minacciare il dipendente che pretendeva la somma 190 euro per 19 giorni di lavoro non pagati.
Sarebbero volate frasi del tipo: “Non venire più qui”; “se vieni ti taglio la testa e ci gioco a pallone”; “e porta con te”. Minacce condite mimando il gesto del taglio alla gola e costringendo di fatto la persona offesa a non pretendere più quanto dovuto. L’indagato ha ora venti giorni a sua disposizione per chiedere di essere interrogato o per produrre memorie difensive prima che il formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio. S.V. è difeso dall’avvocato Fulvio Pedone.
F.Oli.