Fra le mie conoscenze acquisite nei vari viaggi relazionali tra gli artisti e gli scrittori salentini, quella più recente è ascrivibile a Giovanna Politi. Da vettore in tale direzione, è stato il Master di Storia e Cultura Salentina, organizzato dall’Istituto di Cultura Salentina di Lecce, assieme ad un congruo gruppo di associazioni del nostro capoluogo e della provincia.
Giovanna, scrittrice e poetessa, d’emblée la definirei la tipica donna della middle class leccese, nonostante –ed è bene sottolinearlo- abbia in passato esperito ruoli socialmente apicali. Tutto ciò, ovviamente, non l’ha resa indenne da una vita che a tratti s’è presentata difficile: rispetto alla sofferenza tuttavia Giovanna ha sempre reagito traendo dal dolore il meglio e il bello dell’esistenza.
Scrive con un certo impegno da circa vent’anni, anche se i ritmi di tale attività sono diventati più serrati solo da un lustro. V’è da dire, in tale direzione, che ultimamente Giovanna si dedica alla scrittura a tempo pieno, intendendo avviarsi ad una carriera da professionista. Una progressione che ha radici lontane. Al riguardo, va ricordata la sua prima pubblicazione con la nota casa editrice leccese Liber ars, che fu capace di marcare la cultura leccese con soluzioni innovative e di pregio. Naturalmente, alludo al suo volume Pensieri allo Specchio del 1997.
Le visioni politiche, sociali ed esistenziali di Giovanna sono tutte riconducibili ad un temperamento moderato, mediante il quale lei riesce sempre a cogliere la complessità della vita, senza sbavature reazionarie o di un progressismo estremista, senza paralizzanti idealità o un becero relativismo. E con tale animo narra nei suoi libri l’amore. Qui, gli amanti vengono sempre colti in un gioco sentimentale molto marcato, che si riordina in passione vissuta tra l’abbandono e il piacere di una coscienza superiore, trascendente: nel mezzo lei, sempre lei, Giovanna, che più che una persona equilibrata si presenta come una donna armoniosa, volitiva al punto giusto, lasciando, infatti, spazio alle intenzioni altrui.
Il suo ultimo libro di poesie d’amore, Dell’Anima Falò, è tutto questo. Un volume solo per chi ha amato veramente. Per gli altri è una visione delle cose future se la vita dovesse consentire l’amore. Nei suoi versi Giovanna svela e rivela la reale essenza di un rapporto amoroso, che sì non ha grammatica, ma presenta degli addendi, delle componenti, delle consonanze comuni nei più disparati casi. E’ qui la valenza della poesia di Giovanna, la valenza delle sue capacità intuitivo-creative, che, non è azzardato affermare, non conoscono tempo, spazio e cultura
Un amore, quello di Giovanna, che, va detto, poco riconosce gli influssi e le contaminazioni religiose: è l’accezione prettamente laica e Occidentale, è quello della vertigine, dionisiaco. Al riguardo, mi preme sottolineare che la sua religiosità, forte, è esclusivamente naturale: Giovanna non conosce le prescrizioni positive.
Nel mondo culturale e mondano leccese è nota ai più e di questo se ne compiace, più che per vanità, per la sua natura sociale: è donna di relazione Giovanna, è donna di con-versazione, è donna aperta e tollerante, vocata all’ascolto e allo scambio. Ma certamente la sua fama non si ferma al capoluogo salentino. In ambito nazionale, la sua opera e la sua persona cominciano ad essere conosciute ed apprezzate, a risuonare in ambiti di importante caratura culturale e sociale. Soprattutto negli ultimi tempi, frequenti sono i suoi viaggi in varie regioni italiane.
Sicuramente, Giovanna Politi si pone nello scenario culturale salentino come uno dei tasselli che vanno considerati con massima attenzione, non solo per le sue possibili proiezioni da scrittrice, ma soprattutto per la sua capacità di penetrare la nostra cultura con soluzioni semplici, ma fortemente significative, pregnanti per la loro portata sia sul piano individuale sia sociale.
di Mauro Ragosta