LECCE – Soffia forte il vento della protesta tra gli avvocati contro la nuova riforma della giustizia. Per tutta questa settimana stop ad udienze e ai processi. I penalisti incrociano le braccia e sono pronti a proseguire nella battaglia anche ad aprile per dare un segno tangibili di unità al Governo. In programma una nuova settimana di stop: dal 10 al 14 a cavallo con le Festività pasquali. La riforma del processo penale, blindata dalla fiducia e approvata nei giorni scorsi dal Senato, è passata con 156 sì, 121 no e un solo astenuto. Adesso l’ultimo passaggio è quello di Montecitorio che lo aveva approvato nel 2015. Lo stato di agitazione è stato deciso dall’Unione della Camere Penali italiane a cui aderisce anche la Camera penale di Lecce.
Gli avvocati penalisti protestano contro la riforma del processo e contro le modalità con cui sarà posta all’esame e all’approvazione del Senato. Gli avvocati criticano la scelta del governo di porre la fiducia su una questione tanto delicata come quella in materia di giustizia penale, sottoponendo la riforma alla fiducia del Senato e sottraendola al dibattito parlamentare. Contestano, poi, nel merito le modifiche che la riforma apporterebbe al processo. Tra i punti della riforma maggiormente criticati ci sono l’astensione di tre anni dei termini di prescrizione in caso di sentenza di condanna e la questione dei limiti per l’impugnazione. In questo modo, per i penalisti, si farebbe scontare ai cittadini siano essi imputati o parti lese, i ritardi e le inefficienze dell’amministrazione della giustizia e si violerebbe il principio della ragionevole durata del processo.
Diciotto mesi dopo la sentenza di condanna in primo grado e altri diciotto dopo la condanna in appello: così si fermeranno le lancette dell’orologio della prescrizione. Ma ripartiranno nel caso di assoluzione o annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. Oltre alle ipotesi già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa che nel caso di rogatorie all’estero per sei mesi. Alcuni reati perseguibili a a querela di parte, come la diffamazione o la truffa, si potranno estinguere se si pagherà il risarcimento o si elimineranno le conseguenze dannose del reato. Sono invece inasprite le pene per reati come come il voto di scambio politico mafioso: i quattro-dieci anni, attualmente previsti, passano da un minimo di sei ad un massimo di dodici. Previste anche condanne più pesanti per i furti in abitazione, scippi e rapine.
F.Oli.