di Francesco Oliva
OTRANTO (Lecce) – Rimane sotto sequestro lo stabilimento “Twiga Beach” di Otranto. I giudici del Tribunale del Riesame (Presidente Pia Verdersa, relatore Antonio Gatto, a latere Anna Paola Capano) hanno confermato i sigilli della struttura nata con il marchio del turismo dei supervip. la terna giudicante ha così disatteso le argomentazioni difensive sostenute in aula dagli avvocati Antonio De Mauro e Adriano Tolomeo corroborate da una memoria difensiva con cui sostenevano l’illegittimità del sequestro. Una tesi confutata dall’accusa. Il sostituto procuratore Antonio Negro ha ribadito nel corso della proprio intervento i punti focali a fondamento del sequestro basati sull’interpretazione della norma sugli accessi a mare che contempla soltanto la realizzazione di servizi minimi.
Per gli inquirenti in un’area classificata come agricola dal piano regolatore una piscina, il solarium e la spianata per ricavare parcheggi sarebbero illegittimi. Insomma, così come dichiarato in aula dallo stesso magistrato, non si potrà mai cantare la nota canzone “Una rotonda sul Mare”. Altro punto caldo affrontato da accusa e difesa verteva sull’eventuale impatto ambientale dell’opera in un tratto di costa indebolito nel tempo da altri massicci interventi. Un disagio esteso sull’intero tratto a nord di Otranto così come l’affaccio al mare del “Twiga”. E’ un fatto notorio come nel “Canalone” due anni fa si staccò un pezzo di roccia tanto da indurre la Capitaneria di porto a disporre il divieto di balneazione.
La decisione del Riesame rappresenta un primo step in attesa del deposito della consulenza sul tavolo del magistrato inquirente e di un più che probabile ricorso in Cassazione della difesa non appena verranno depositate le motivazioni previste per i prossimi 30 giorni. Una corsa contro il tempo a poco più di un mese dall’inaugurazione (al momento a rischio) dello stabilimento in fieri in contrada “Cerra”.
Il sequestro risale al 16 maggio scorso quando gli agenti della polizia provinciale insieme agli uomini della Forestale dei carabinieri piombarono all’ingresso della struttura per apporre i sigilli. Nel registro degli indagati sono due i nomi iscritti: Raffaele De Santis, 72 anni, di Otranto, meglio conosciuto con il diminutivo di Mimmo, presidente di “Federalberghi” ed amministratore della società “Cerra” e il progettista Pierpaolo Cariddi, 51 anni, ingegnere, fratello del sindaco Luciano e candidato alla sua successione nelle elezioni comunali dell’11 giugno. Eppure nel progetto lo stabilimento avrebbe dovuto attirare un target di clientela di prima fascia per lusso e cura dei dettagli: cabine, bar, ristorante, servizi igienici, solarium con gazebo in legno e area ombreggiata di quasi 200 metri quadrati, nonché con quattro vasche di idromassaggio ed una piscina di 20 metri per dieci per la quale è stato chiesta una variante al progetto.
L’affondo della Procura ha già provocati primi scossoni. Flavio Briatore ha ritirato il marchio “Twiga” mentre sono stati sospesi sia i 60 contratti di assunzione di personale che le forniture.