LECCE – Alla maggior parte della stampa, concentrata sulla diatriba delle chiusure tra il sindaco e i commercianti del centro, è sfuggita la bocciatura palese tantissimi commercianti della propria associazione di categoria, la Confcommercio. In oltre 300, secondo i protagonisti di questa ribellione, si sono organizzati per far arrivare le loro voci all’amministrazione Salvemini. Un comitato spontaneo, “Lecce Libera”, e una sfiducia manifesta, che si è espressa nelle parole di Antonio Della Torre, gestore di uno dei locali storici di Lecce (La Torre di Merlino) durante uno degli infuocati incontri al “Vita”. “Confcommercio non ci rappresenta: è una di quelle associazioni in cui si fa politica e qualcuno porta a casa un buon stipendio. Hanno bisogno di tesserati” – ha detto il gestore. Oggi, in Consiglio comunale, per osservare la discussione politica sul commercio, ci sarà l’associazione spontanea dei commercianti, che indirettamente ha sfiduciato la sua associazione di categoria.
“Mi ricordo della Confcommercio solo quando devo pagare”-gli ha fatto eco un altro commerciante. Ma la cosa più grave è che i commercianti del centro, uniti ad alcuni commercianti di altre zone, hanno completamente respinto gli accordi che la loro associazione di categoria aveva chiuso con Carlo Salvemini. Sì, perché le chiusure di Lecce il sindaco le aveva concordate con Confcommercio, che, secondo i commercianti, ha accettato con superficialità chiusure che hanno danneggiato pesantemente i loro incassi natalizi. “Aspettiamo un anno intero per riprenderci con il Natale e l’assenza di parcheggi, unita alle chiusure di strade strategiche e alla chiusura di centinaia di parcheggi in Piazza Libertini, ci ha travolti creando danni che potrebbero riverberarsi anche sui livelli occupazionali. Non abbiamo più fiducia nelle associazioni di categoria: questa è stata un’occasione per riprendere in mano il nostro destino. Siamo andati negozio per negozio a chiedere il sostegno di tutti per una battaglia di sopravvivenza: ora siamo oltre 300 a far sentire la nostra voce e a proporre che il centro torni a essere vivo è pieno di eventi”.
Dall’associazione di categoria non sembrano averla presa bene: ”Confcommercio non è compatibile con questa associazione spontanea (Lecce Libera ndr) – spiega Danilo Stendardo, presidente locali serali provinciali Confcommercio – Noi lavoriamo e facciamo le cose che dobbiamo fare con risultati concreti. Se c’è sfiducia, è un problema loro. Quando ci siamo visti con gli amministratori, prima di Natale, avevamo parlato di un esperimento, ma il nostro non è stato un sì a tutto. Questo esperimento per alcuni versi è andato bene, per altri male. Oggi abbiamo avuto rassicurazioni dal sindaco. Via XXV Luglio e Viale De Pietro per ora non saranno chiuse, ma se apriranno i grandi parcheggi ex Enel ed ex Massa se ne potrà parlare. L’incoantro con la nostra categoria, ben rappresentata, si è tenuto in mattinata e non all’Open Space”.
Il guaio è che adesso anche Carlo Salvemini è confuso: “Come faccio a capire che cosa volete, se la vostra associazione di categoria mi dà il via libera al piano traffico natalizio e poi voi, dopo Natale, insorgete? Con chi mi devo rapportare?” – si è chiesto il sindaco durante l’incontro con “Lecce Libera” all’Open Space. Ora i referenti dell’amministrazione non potrebbero limitarsi a una delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative sul piano nazionale: molti commercianti non hanno più fiducia nella Confcommercio, dopo “la batosta di Natale”, e vogliono “fare da soli, liberamente e senza padrini politici”.