
F.Oli.
LECCE – Ha trascorso quasi sei mesi in carcere con l’accusa di aver violentato una bimba di soli cinque anni. Una di quelle accuse che, quando ti trovi dietro le sbarre, spesso ti espone a minacce, ritorsioni e vendette da parte degli altri detenuti. A quasi nove mesi dal fatto, un gip del Tribunale di Lecce ha sancito l’assoluta estraneità di un 41enne nigeriano a tutte le contestazioni con un decreto di archiviazione. “Alla luce delle considerazioni del perito” scrive il gip Antonia Martalò, “non può sostenersi l’accusa in giudizio né si può trascurare di considerare che sono emerse discrasie nella ricostruzione della vicenda”.
Per ricostruire l’intera vicenda bisogna compiere un salto temporale. A fine maggio quando il cittadino nigeriano viene arrestato. Secondo le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile, la presunta vittima (una bimba di soli 5 anni residente nel quartiere Rudiae) sarebbe entrata in casa di un amico di famiglia di origini nigeriane. All’interno, però, avrebbe trovato un altro uomo: il suo presunto molestatore. E il 41enne avrebbe costretto la minore a consumare un rapporto orale. La presunta violenza sarebbe emersa nelle ore immediatamente successive. La bambina ha raccontato l’episodio ai suoi genitori. Ed è scattato il tam tam per rintracciare l’uomo. Le ricerche degli agenti della Mobile sono andate avanti fino al giorno successivo quando il 41enne è stato trovato e bloccato in un comune del nord Salento.
Un fascicolo è stato così aperto dal sostituto procuratore Maria Rosaria Micucci. Come accade per procedimenti legati a presunte violenze, la persona offesa è stata sentita nel corso dell’incidente probatorio; è stata disposta una perizia e sono stati eseguiti accertamenti medici. Gli esiti sono poi confluiti nella dettagliata richiesta di archiviazione in cui viene sottolineato come la perizia disposta dal gip in sede di incidente probatorio aveva evidenziato l’inidoneità a testimoniare; la scarsa attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa; le contraddizioni nelle quali è incappata anche la madre della minore e un contesto familiare degradato e difficile. Sulla base dei risultati dell’incidente probatorio il pm avanzò istanza di scarcerazione del nigeriano recepita dal gip. A sostegno di un quadro accusatorio piuttosto fragile si è poi aggiunto l’esito della consulenza tecnico biologica espletata dalla dottoressa Giacoma Mongelli che non ha consentito di ritrovare sul tampone effettuato qualche ora dopo tracce biologiche riconducibili all’indagato.
Le risultanze hanno di fatto confermato la posizione assunta sin dall’inizio dall’avvocato difensore Silvio Giardiniero e dal consulente di parte Oronzo Greco. Lo stesso indagato, sin dall’udienza di convalida, rispose a tutte le domande; fornì elementi utili alle indagini indicando addirittura la presenza di un testimone che confermò come la bambina si sarebbe allontanata da casa sorridente e senza alcun problema. Una versione che, a distanza di mesi, è stata accolta da un gip. Ora il cittadino nigeriano non è più a Lecce. si trova in un centro di accoglienza dopo aver ottenuto la protezione umanitaria sperando che possa lasciarsi alle spalle un’esperienza tanto dolorosa quanto ingiusta.