MELPIGNANO (Lecce) – Dall’intervento sul giardino del Palazzo Marchesale De Luca di Melpignano, uno dei più interessanti giardini storici nel Salento, al lavori nel castello di Ugento, da Santa Croce alla Torre Matta di Otranto e ai sotterranei del Castello aragonese, dal Santuario del SS. Crocefisso di Galatone al Palazzo baronale di Tiggiano, dal Parco archeologico di Muro Leccese alla Cripta della Consolazione di San Cassiano all’Area archeologica di Roca: sono le tappe del progetto “Cantieri aperti – Officina dell’architetto” promosso e organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Lecce a partire da domani, sabato 24 marzo, ore 9.
Un viaggio affascinante, inusuale e “formativo”, rigorosamente dedicato agli iscritti e alle iscritte all’Ordine previa iscrizione, curato dai consiglieri architetto Antonio Zunno e architetto Sergio Pacella, immaginato come un vero e proprio laboratorio dal vivo non solo sulla natura, le identità, il destino dei beni architettonici coinvolti ma soprattutto sul progetto di intervento e valorizzazione per voce dei protagonisti dell’intervento di recupero.
L’iniziativa, dicono i curatori, ha come obiettivo “ampliare il background conoscitivo e formativo degli architetti con visite guidate in quei cantieri che, più di altri, in questi anni hanno contribuito in modo significativo al dibattito architettonico in relazione al recupero e alla valorizzazione dei beni che rappresentano il patrimonio storico e culturale del nostro territorio. “Toccare con mano” le scelte operative secondi criteri e procedure di intervento, questa la parola d’ordine delle visite guidate, nel corso delle quali verranno approfonditi temi come restauro, consolidamento, recupero funzionale, con una analisi dei materiali e delle tecniche d’intervento.
“In questi anni il Salento è diventato un vero e proprio laboratorio a cielo aperto”, dice Rocco De Matteis, Presidente Ordini degli Architetti PPC di Lecce, “e gli interventi sulle architetture e sui beni storici, oltre a moltiplicarsi, offrono spunti interessantissimi di riflessioni e di analisi. In molti casi si tratta di best practice che hanno fatto scuola a livello nazionale, in altri possiamo verificare sul campo importanti innovazioni anche nell’utilizzo dei materiali. Più complessivamente i cantieri sono, come devono essere, uno scrigno inesauribile sulla storia e l’identità, materiale e immateriale, dei luoghi e, sempre, un esercizio interessantissimo dove si misurano saperi, competenze, sensibilità, qualità del progetto e della realizzazione, innovazioni, trasformazioni. Tutti temi, che, come è ovvio, saranno al centro di ogni visita guidata. Un’officina di architettura in ogni senso. ‘Cantieri aperti’ rimette così al centro l’architettura e soprattutto il dialogo e il confronto all’interno della nostra professione, perché è a partire dal progetto, dalla sua qualità, dalla qualità della realizzazione che questi importanti beni trovano nuova vita e nuova linfa”.