F.Oli.
LECCE – Saranno giudicati ad aprile in abbreviato il magistrato cassazionista leccese Pasquale Caracciolo accusato di sfruttamento della prostituzione insieme alla moglie Pasqua Biondi, poliziotta in pensione, originaria di Brindisi. Gli avvocati difensori Ladislao Massari, Simona Attolini e David Brunelli hanno infatti avanzato richiesta di rito alternativo accolta dal gup Carlo Cazzella. Il processo, dunque, si discuterà sul materiale raccolto nel corso delle lunghe indagini. L’udienza preliminare aveva riservato un prequel nelle scorse settimane quando il magistrato aveva reso esame dopo che il pubblico ministero Maria Vallefuoco aveva respinto la richiesta di interrogatorio avanzata subito dopo la chiusura delle indagini. In quella occasione, Caracciolo aveva negato fermamente di aver adibito la propria abitazione (nel centro di Lecce) in una casa di appuntamento e aveva depositato anche una corposa documentazione difensiva.
L’indagine è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce. Gli accertamenti sono stati avviati grazie alle molteplici segnalazioni che riferivano di un giro di prostituzione di giovani straniere (di nazionalità venezuelana, colombiana e rumena) in uno stabile formalmente adibito a “Casa Vacanze” e bed and breakfast nonostante all’esterno mancasse qualsiasi insegna. I condomini lamentavano un continuo viavai di uomini che sostavano per pochi minuti davanti all’immobile per poi accedere ed uscire dopo poche decine di minuti. Sono così scattati gli accertamenti. I poliziotti si sono appostati. Con discrezione e sotto traccia hanno rilevato un continuo avvicendarsi di visitatori in una sorta di staffetta continua. In circa tre mesi i poliziotti avrebbero appurato come all’interno dell’immobile si svolgesse un’attività di prostituzione a tutte le ore.
Un sofisticato sistema di videosorveglianza garantiva il controllo degli accessi monitorando eventuali intrusioni. La coppia di insospettabili avrebbe garantito alle escort tutti i comfort per offrire un soggiorno tranquillo. Gli incontri, invece, venivano pubblicizzati su un sito internet. Nel frattempo rimane sempre in piedi il procedimento disciplinare nei confronti del giudice sospeso dalle sue funzioni dal Csm.