F.Oli.
NARDO’ (Lecce) – E’ stato ammesso il giudizio abbreviato per i nove imputati coinvolti nell’inchiesta ribattezzata “Tajine” con cui venne smantellata a dicembre una presunta organizzazione italo-marocchina che avrebbe gestito una florida attività di spaccio di hashish, cocaina e marijuana con i propri tentacoli allungati anche sulla città di Lecce. Il processo è stato fissato per il 4 settembre davanti al gup Michele Toriello. Nel corso dell’udienza preliminare è stata depositata documentazione difensiva.
IMPUTATI
Sul banco degli imputati compaiono: Cosimo Albanese, 65 anni, di Veglie; Abdelkhalek Antra, inteso “Hmida”, 44, di origini marocchine ma residente a Latiano; Salvatore Cagnazzo, 44, di Leverano; Giovanni De Mitri, detto “Gianni”, 68, di Lecce; Antonio Cosimo Drazza, 37, di Nardò; Abderrazach Hachouch, detto “Antonio”, 50, di Leverano; Youssef Makboul, 33, di origini marocchine ma residente a Gioa del Colle; Francesco Vantaggiato, 31, di Nardò, in servizio all’epoca dell’arresto presso la caserma dell’esercito “Babini”, a Bellinzago Novarese e Giacomo Mastrapasqua, 33, di Bitonto. Gli imputati, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio.
INCHIESTA
L’indagine è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Lecce e ha consentito di sgominare un presunto gruppo criminale dedito al traffico di droga importata da Spagna, Marocco e Calabria. Dai singoli episodi di spaccio avvenuti nei territori di Nardò e Taurisano, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intera filiera del traffico di stupefacenti, che si estendeva anche in tanti comuni limitrofi – come ad esempio Leverano, Copertino, Nardò e la marina di Sant’Isidoro – giungendo anche nel capoluogo.
Il vertice del gruppo – secondo gli investigatori – sarebbe stato ricoperto dal salentino Drazza e dal marocchino Hachouch, che avrebbero gestito i traffici, anche transnazionali, di ingenti quantitativi di stupefacenti da immettere sul mercato salentino e non solo. Gli agenti, coordinati dal vice questore Antonio Miglietta, oltre ad individuare i ruoli dei componenti dell’associazione, hanno consentito anche di accertare i vari canali di approvvigionamento dello stupefacente, in particolare della cocaina e dell’hashish: la prima giungeva nel Salento direttamente dalla Calabria (o talvolta dalla Bat) attraverso corrieri; la seconda, invece, veniva importata direttamente dal Marocco (grazie ad uno dei marocchini arrestati, referente dell’organizzazione nel paese nordafricano) o dalla Spagna e dalla penisola iberica.
Gli imputati sono difesi ali avvocati Luigi Rella, Raffaele Benfatto, Francesco Fasano, Carlo Gervasi, Francesca Conte, Nicola Caroli, Stefano Pati, Stefano Prontera e Loredana Pasca. Le posizioni degli altri indagati, invece, è stata stralciata.