di F.Oli.
GALATINA (Lecce) – Giunge al capolinea l’inchiesta sui nuovi interessi e gli affari illeciti gestiti dal clan Coluccia scoperchiati con una recente indagine condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce. La Procura antimafia ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di Danilo Pasquale Coluccia e del padre Luciano, il primo di 38 anni sempre detenuto accusato di mafia; il più anziano, di 69 anni, ai domiciliari, per reati minori. Entrambe le misure, di recente, sono state confermate dal Tribunale del Riesame. Proprio l’esuberanza del rampollo della famiglia Coluccia avrebbe consentito agli investigatori di sgretolare il granitico gruppo mafioso di Noha, la frazione di Galatina consentendo così di delineare un clan 4.0, attento al welfare e al consenso sociali, ma anche determinato, capace di sostituirsi (tanto almeno contestano gli investigatori) all’amministrazione della cosa pubblica “facendola apparire come cosa propria”.
Così il cimitero di Galatina sarebbe diventato una sorta di regno di Luciano Coluccia (andato in pensione da custode, avrebbe continuato a svolgere il ruolo di vero gestore). Un controllo non solo delle attività illecite ma anche di quelle lecite: tentando di imporre il monopolio nel settore commerciale delle pescherie. Al giovane Coluccia, confermando quella sorta di consenso raggiunto dai clan, si sarebbero rivolti anche per l’apertura di sale giochi o per aver un posto per un’attività di ambulante e per ottenere il maltolto dopo un furto. Tutte accuse che i due Coluccia hanno negato nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
Sullo sfondo, poi, c’è il capitolo delle frodi sportive. Partite comprate per garantire alla squadra di calcio, la Pro Italia Galatina, la promozione nel campionato regionale di Eccellenza. Per questo filone d’indagine compaiono altri cinque soggetti indagati a piede libero: Lorenzo Adamuccio, originario di Maglie, Presidente della locale squadra di calcio; Daniele Gatto, 38, di Maglie, dirigente della locale squadra di calcio; Mauro Giordano, 37, di Lecce, giocatore del Maglie; Cosimo Manta, 69, di Tuglie, dirigente del Galatone; Antonio Renis, 37, di Copertino, allenatore del Maglie.
L’accusa di spaccio viene contestata a Pierpaolo Maiorano, 25, di Torchiarolo. Alessio Antico, 37 anni originario di Nardò, invece, risponde di estorsione e rapina aggravata dall’aver agevolato l’associazione mafiosa. Avrebbe delegato il più giovane dei Coluccia a pretendere la somma di 5mila euro da un cittadino nonostante gli spettasse la metà dei soldi. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Luigi Greco, Giuseppe Bonsegna e d’ufficio dall’avvocato Mario De Lorenzis.