di Francesco Oliva
NARDO’ (Lecce) – Raggiunge un campo scuola per riprendere la figlia ma una volta entrata all’interno della masseria rischia lo stupro per mano di un dipendente. Disavventura nella mattinata di lunedì per una donna di Nardò vittima di un tentativo di violenza all’interno di un campo scuola che sorge in una zona periferica. Lì dove erano ospiti decine di bambini per partecipare ad un campo della cittadina neretina. L’episodio è stato messo nero su bianco in una denuncia che la donna ha immediatamente formalizzato negli uffici del Commissariato di Nardò raccontando l’accaduto e indicando il suo presunto molestatore: un giovane dipendente della struttura di 26 anni di origini senegalesi ma residente a Nardò per motivi di lavoro.
RICOSTRUZIONE DELL’ACCADUTO
La donna, secondo il suo racconto, raggiunge il campo scuola per riprendere la figlia. Una volta all’interno chiede informazioni su dove si trovino i ragazzi. Il dipendente le fornisce indicazioni sbagliate in più occasioni facendole raggiungere stanze dove non c’è nessuno. Per ben tre volte. Nell’ultima occasione la giovane mamma sarebbe stata avvicinata dal dipendente all’interno di una stanza dove ovviamente non era presente alcun ragazzo. Alle sue spalle sente il fiato sul collo del dipendente. Che è lì. A due passi da lei. L’uomo si sarebbe abbassato i pantaloni proponendole di consumare un rapporto sessuale raggiungendo un fienile rimanendo comunque sempre a debita distanza.
REAZIONE DEL MARITO
La signora riesce a divincolarsi. Scappa e raggiunge l’esterno dove in macchina ad attenderla c’è il marito. La donna è in lacrime. E’ disperata e racconta tutto. Il coniuge, animato da propositi prevedibilmente poco pacifici, raggiunge la struttura per cercare il dipendente. Il giovane, però, si è già allontanato barricandosi in una stanza. A quel punto viene chiesto l’intervento della polizia. Gli agenti (agli ordini del vice questore Pantaleo Nicolì) raggiungono la struttura, ascoltano i responsabili e altre persone presenti e invitano le parti a raggiungere gli uffici del locale Commissariato per formalizzare la denuncia e identificare il dipendente. Il giovane (difeso dall’avvocato Massimo Muci) è stato denunciato. Ora una prima informativa verrà inoltrata in Procura. A breve la persona offesa potrebbe presentare un’integrazione di querela.