F.Oli.
RUFFANO (Lecce) – Si sgretola l’inchiesta sulla presunta truffa con i finanziamenti pubblici della Fondazione “Notte di San Rocco di Torrepaduli”. I giudici del Tribunale del Riesame (Presidente Pia Verderosa) hanno disposto la revoca della misura interdittiva con cui erano stati “congelati” agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi già concessi per la durata di un anno dalla Regione Puglia e dal comune di Ruffano. I giudici hanno così accolto le argomentazioni del collegio difensivo (composto dagli avvocati Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia) che ha evidenziato nell’udienza a porte chiuse come il gip avrebbe applicato la misura interdittiva senza fissare una camera di consiglio ad hoc per consentire alle parti di valutare se gli elementi messi a disposizione dal pubblico ministero erano effettivamente sufficienti per consentire di adottare un simile provvedimento; inoltre la difesa aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza perchè il gip si sarebbe limitato a riscrivere il contenuto del pm senza un’autonoma valutazione.
Nei giorni scorsi una differente terna di giudici aveva annullato il decreto di sequestro per equivalente pari a 155 mila euro (costituita da un’abitazione nel centro di Ruffano) disposto dal gip nei confronti di Pasquale Gaetani, presidente e legale rappresentante della “Fondazione Notte di San Rocco di Torrepaduli”. La difesa, in quella sede, aveva evidenziato “l’espediente” utilizzato dalla Procura di recuperare un’indagine per la quale era scaduto inesorabilmente il termine delle indagini preliminari rendendo di fatto inutilizzabili tutti gli atti d’indagine richiesti dopo la naturale scadenza dei canonici sei mesi per valutare il materiale d’indagine.
Sugli ultimi risvolti della vicenda arriva il duro commento dell’avvocato Giancarlo Sparascio che con le sue querele ha messo in moto le indagini e ripercorre tappa dopo tappa l’iter investigativo bocciato nella sua veste formale dal Riesame. “Il 4 ottobre del 2014, in sede di integrazione di denuncia, avanzai specifica richiesta di applicazione di sanzioni interdittive alla seconda Fondazione sulla base del d.lgs. 231/2001, applicate dal gip solo nel 2018, peraltro con evidenti errori procedurali, con la conseguenza che, sulla base di quello che apprendo a mezzo stampa, non potendo in questa fase i querelanti essere parti del procedimento, il divieto di sovvenzioni pubbliche è caduto. Sarà a questo punto responsabilità della Regione Puglia decidere se concedere ugualmente il contributo con un’inchiesta in corso”.
“In ordine al superamento del termine massimo per il compimento delle indagini, elemento su cui il Riesame ha fondato il dissequestro”, prosegue l’avvocato, “faccio rilevare che non può tecnicamente assumersi come data iniziale quella del 2 agosto 2014 (in seguito alla prima denuncia), soprattutto perché, come detto, nell’ottobre del 2014, è stata depositata una seconda denuncia per fatti ulteriori, differenti e ben più gravi che presumo abbiano comportato – e, se così non fosse stato, dovrebbero oggi comportare – nuove iscrizioni di reato anche a carico di altre persone contro cui vi sono evidenti elementi di coinvolgimento nella commissione dei fatti”.
“Il lavoro di chi con coraggio ha denunciato si arresta sulla porta della Procura”, conclude l’avvocato, “il resto compete ai magistrati, con l’augurio che per vizi formali non imputabili ai querelanti non finisca tutto insabbiato perché i contribuenti hanno diritto di sapere se fossero lecite, nell’ordine, la liquidazione di 50mila euro (di tutti i salentini) per il concerto del 2013 a favore della prima Fondazione (in un momento in cui era stata scoperta ed era nota a tutti l’assenza del riconoscimento, con conseguente finanziamento diretto da parte della Provincia di Lecce della persona fisica, nel mentre rivestiva la carica di assessore provinciale, per obbligazioni contratte a titolo personale), nonché di ulteriori 50mila euro stanziati e già impegnati a favore della prima ma liquidati sul conto della seconda Fondazione per il concerto del 2014 in assenza di titolo giuridico”.
Secondo le indagini condotte dagli ufficiali della sezione di pg della Guardia di Finanza presso la Procura diretti dal colonnello Francesco Mazzotta, il 60enne di Ruffano, ex amministratore provinciale e comunale, è accusato di aver beneficiato, attraverso le fondazioni “Notte di San Rocco” e “ Notte di San Rocco di Torrepaduli”, tra il 2013 e il 2016, di finanziamenti pubblici erogati da Provincia, Comune di Ruffano e Consorzio Universitario salentino per un totale di 155mila euro. E per giustificare le spese sarebbero state utilizzate fatture fittizie, predisposte da Cesare Vernaleone, 55 anni, noto giornalista di Lecce, pure lui finito tra gli indagati. Al vaglio della Procura ci sono, poi, altri due nomi: quello di Maria Ester Cardigliano, 40 anni e di Anna Tommasina Viva, di 52, entrambe di Ruffano e componenti del cda della fondazione, con sede in via Santa Maria Sanità. A dare avvio all’indagine sono state due denunce sporte dal vice Presidente della Fondazione Luigi Frisullo e dai consiglieri di amministrazione Antonio Morello e Francesco Romano e dalla stessa Fondazione che presentarono un primo atto di denuncia querela il 31 luglio del 2014 con successiva integrazione depositata il 4 ottobre 2014 insieme a molteplici memorie difensive prodotte nel 2015 con specifica richiesta di applicazioni di sanzioni interdittive.