F.Oli.
LECCE – Sarà giudicato in abbreviato condizionato dall’ascolto di un carabiniere Sandro Russo, il senzatetto di 45 anni residente a Lecce, in carcere dal 6 aprile scorso perchè ritenuto responsabile dell’incendio dei quattro box del mercato di Settelacquare. Il processo è stato a aggiornato al 10 ottobre prossimo. La richiesta di rito alternativo è stata accordata dal gup Giovanni Gallo. L’imputato è accusato di incendio doloso aggravato su edifici pubblici. L’ascolto del militare è stato sollecitato dall’avvocato Stefania Mangiulli.
Il teste dovrà confermare se Russo sia effettivamente un clochard e ricordare se aveva l’abitudine (pericolosa e censurabile) di accendere focolai improvvisati vicino al letto e al materasso in cui dormiva in condizioni dei estrema indigenza nel corso della sua detenzione domiciliare dopo l’arresto per una tentata rapina. Si tratta di una questione dirimente per valutare se Russo abbia agito con colpa, negligenza e imperizia o con un atto volontario al momento del rogo dei box.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Maria Vallefuoco, è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, guidati dal dirigente Alberto Somma e dal vice Antonio Miglietta . Gli investigatori sono risaliti all’autore materiale del rogo dopo una serie di accertamenti tanto tempestivi quanto risolutivi. Il rogo risale al 6 marzo scorso e fu piuttosto violento. Tanto da porre a rischio l’incolumità di altri clochard e degli agenti di polizia investiti dal materiale in fumo una volta arrivati sul posto. Russo è stato immortalato da una telecamera di videosorveglianza nei momenti in cui si è sprigionato l’incendio e ha confessato le proprie responsabilità nel corso dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip Cinzia Vergine confessando di aver appiccato il fuoco per risaldarsi. D’altronde, la natura dolosa del rogo era risultata chiara dall’inizio. I box risultavano sprovvisti di energia elettrica come accertato con un immediato sopralluogo del tecnico del Comune di Lecce (che risulta l’unica persona offesa).
Da subito, la vicenda giudiziaria si è incrociata con le polemiche politiche legate alla decisione adottata giorni prima da Palazzo Carafa di trasferire gli ambulanti da Piazza Libertini nell’area di Settelacquare. Provvedimento che aveva destato forti malumori e un coro di dissensi tra i commercianti per nulla favorevoli ad un trasferimento in un zona periferica della città. Le indagini avevano anche ipotizzato un collegamento tra la decisione di Palazzo Carafa e l’incendio dei box ma, allo stato, non sarebbe emerso alcuna correlazione tra i due fatti.