SAN CATALDO – A Ferragosto, nella marina di San Cataldo, a causa dell’acquazzone, lo scarico nei pressi del molo ha continuato per ore a riversare, nel tratto di mare che appartiene in parte anche alla città di Vernole, grandi quantitativi di acque scure. “Abbiamo sentito una puzza insopportabile e abbiamo visto l’acqua diventare scura mentre facevamo una passeggiata” – raccontano alcuni testimoni. Il sindaco di Vernole, Franco Leo, non è il primo a lottare contro gli sversamenti che avvengono ogni volta che un brutto acquazzone si scatena in quell’area. Sono anni che i sindaci chiedono interventi concreti. “Tengo a precisare che l’annosa e critica situazione del depuratore di Ciccio Prete è diventata insostenibile e intollerabile, non solo per evidenti motivi igienici e sanitari, ma anche per un Comune che vive in gran parte di turismo – afferma il primo cittadino di Vernole – Da molti anni il Comune di Vernole lamenta i danni ambientali causati dal cattivo e inadeguato funzionamento degli impianti di depurazione di Ciccio Prete e ritengo che il grave fatto accaduto dell’altro giorno, alla vigilia di ferragosto, rappresenti l’ulteriore conferma che sia giunto il momento per le istituzioni preposte di attuare soluzioni definitive, invece che continuare a tergiversare su fantasiose e pretestuose giustificazioni di merito”.
L’Arpa in mattinata ha fatto tutti i rilievi necessari a capire se c’è il rischio di infezioni per i bagnanti. “La notizia degli scorsi giorni sancisce, invece, la circostanza che i reflui della zona industriale, comprensivi dunque di veleni, metalli, nonché di sostanze potenzialmente tossiche, vengono immessi direttamente in mare, determinando inevitabilmente l’inquinamento delle acque – puntualizza il sindaco- Stupisce rilevare che le istituzioni, le rappresentanze e le associazioni ambientaliste, siano rimaste nel tempo del tutto indiffedenti dinanzi a quanto accade, nonostante ciò costituisca un problema ambientale ed igienico di grossa rilevanza.
Il perdurare di tale situazione, contraddice peraltro seriamente ogni ipotesi di rilancio dello sviluppo turistico della marina di San Cataldo, mettendo anche a rischio gli investimenti dei nostri operatori turistici.
Per tali ragioni, l’amministrazione di Vernole chiederà alla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce, alla città di Lecce, all’Acquedotto Pugliese, all’Asi e al Consorzio di bonifica, un immediato tavolo di concertazione presso l’ufficio di Tutela delle Acque dell’assessorato ai Lavori pubblici della Regione Puglia, al fine di giungere alla realizzazione di quelle opere necessarie all’eliminazione degli scarichi a mare, per il bene del territorio e nell’interesse dell’intera comunità.
Concludo che, qualora la nostra richiesta dovesse non essere accolta, l’amministrazione comunale valuterà possibili azioni legali a tutela della propria immagine territoriale ed ambientale nel suo complesso e soprattutto il benessere dei cittadini”.
Garcin