Di F.Oli.
CAMPI SALENTINA (Lecce) – Due anni e mezzo di reclusione (pena aumentata per la continuazione del reato). È la condanna inflitta all’avvocato civilista Giuseppe Tempesta, 48enne di Campi Salentina, per le false accuse rivolte al generale di brigata della guardia di finanza Patrizio Vezzoli (all’epoca dei fatti al comando delle fiamme gialle di Lecce) e al colonnello Donato Zacheo, comandante della polizia locale di Lecce. Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico della seconda sezione penale Valeria Fedele che si è allineato con la richiesta invocata dal vpo di udienza.
L’intera indagine venne avviata a seguito degli esposti depositati dall’avvocato in Procura con cui il civilista avrebbe accusato del reato di abuso d’ufficioil già citato ex colonnello della Guardia di Finanza Patrizio Vezzoli e l’ex maggiore della Compagnia Antonio Sederino, ora in servizio a Potenza. Tempesta con due istanze da lui firmate (l’una indirizzata al già Comandante dei baschi verdi della Guardia di Finanza, il tenente Ingusci, la seconda all’allora Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Vincenzo Rella) sosteneva che Sederino e Vezzoli avessero impartito ai propri uomini l’ordine di servizio di sottoporre il civilista a continui controlli per strada mentre si trovava alla guida della propria auto. Non solo. Anche di elevargli innumerevoli contravvenzioni ricevute dal professionista tra il febbraio e l’agosto di quattro anni fa e ritenute “inopinate”.
Questo accanimento, secondo quanto sostenuto dall’avvocato, sarebbe stato dettato da una forte inimicizia dei due finanzieri nei suoi confronti. Tempesta avrebbe anche accusato dei reati di abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, falso ed estorsione anche il colonnello Donato Zacheo, comandante della Polizia Municipale di Lecce presentando due distinte denunce ai carabinieri. Secondo l’avvocato, Zacheo “avrebbe consentito l’illecita contestazione della contravvenzione di sosta davanti a passo carrabile, sollecitata da personale della guardia di finanza, nonché la conseguente illecita rimozione dell’autovettura sostenendo che il passo carrabile era “illecito” perché non conforme alle norme vigenti”.
Tutte accuse per le quali l’avvocato è stato a sua volta querelato per calunnia. Nel procedimento sia il comandante della Polizia municipale che l’ex colonnello si sono costituiti parte civile rispettivamente con gli avvocati Daniela De Liguori e Salvatore Centonze. E come disposto dal giudice saranno risarciti in via equitativa con 10mila euro ciascuno. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi 90 giorni. Subito dopo l’avvocato Giuseppe Corleto potrà impugnare la sentenza in Appello.