Così si è arrivati all’autonomia scolastica differenziata (su base regionale). Al nord insegnano professori del nord, così al sud. È venuta fuori la vera anima leghista. E invece di proporre più soldi al sud per farlo ripartire, ecco che arrivano le discriminazioni travestite da proposte politiche.
Pensate che proprio oggi il mio professore di matematica delle superiori mi ha raccontato che suo figlio, persona geniale che conosco da sempre, è approdato a Ginevra, all’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, comunemente conosciuta con la sigla CERN, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. La riflessione è inevitabile.
Il Sud perde ogni giorno risorse preziose: giovani, che nel corso degli anni divengono persone di cultura, manager, professionisti e scienziati. Come Matteo, il Dottor Matteo Ferrari, un ragazzo come tanti del Sud, al quale il meridione andava stretto, non perché non amasse la sua terra, della quale, come tutti noi, era ed è innamorato, ma solo perché, dopo la laurea, da queste travagliate e tormentate colline, l’infinito non si scopriva. E una mente come la sua ne aveva bisogno. Aveva bisogno di andare oltre l’orizzonte visibile all’uomo, perché no, avvicinandosi all’infinito della particella di Dio.
Ma Lecce – Roma, 7 ore, Lecce – Milano, 10 ore, in treno, sono davvero tante. In aereo va meglio: poco più di un’ora di volo e altrettanto per raggiungere l’aeroporto di Brindisi. Una volta a Roma o a Milano, poi, bisogna raggiungere la meta.
Baronie, segnalazioni, raccomandazioni, spintarelle, sollecitazioni. Morale della favola … siamo fuori dal mondo, fisicamente e mentalmente. Chi non si adegua al sistema, o per volontà o per impossibilità a farlo, scappa. Cerca alternative altrove. Intanto il nostro sud s’impoverisce sempre di più e le mafie guadagnano, sempre più, soldi e terreno.
Diciamocelo chiaramente. A chi non piace il sud. I suoi meravigliosi paesaggi, il mare, il clima, la giovialità, la cordialità, il suo modo di vivere. Ma nessuno investe in questa terra afflitta da mali considerati incurabili. C’è paura di investire e molti non vogliono restare, a queste condizioni.
La sorte è stata buona con chi ha avuto il privilegio di vivere una vita agiata, meno buona, se non cattiva, con chi ha dovuto scappare per non patire la fame. E ce ne sono stati. Il settentrione è pieno di miei colleghi, ad esempio, che lavorano al nord con la testa del meridionale. Nel frattempo, al sud, l’unica prospettiva sembra essere il declino.
Ogni tanto, nel periodo delle elezioni si presenta un nuovo oracolo che fa incetta di voti per poi lasciarci, puntualmente, morire nel dimenticatoio. Il sud cerca di sopravvivere e le mafie fanno affari milionari. Rifiuti, droga e malaffari vari. E i detrattori nordisti godono e continuano a guardarci con sussiego.
La riflessione sfocia nella perplessità. Noi meridionali, amiamo davvero il sud? Se la risposta è sì, allora non sarebbe meglio tentarne la riabilitazione? Come? Ad esempio creando le condizioni affinché i nostri giovani restino. Innalzando la dignità di questa terra eliminando compromessi e piaggerie, quelle che ti fanno far carriera con prestazioni fuori orario. Lavorando sodo pretendendo il salario giusto, per poi cominciare a pretendere servizi e infrastrutture. Come il nord, per il quale siamo fannulloni ed affetti da assistenzialismo. Un po’ forse è vero, in particolare negli ultimi tempi. Ma c’è tanta gente che lavora sodo e raccoglie successi ovunque si trovi. Gli esempi sono tanti. I meridionali nel mondo si fanno valere e spesso li ritroviamo sui giornali per le scoperte nella scienza e non aspettano certo il primo settentrionale che passa per farsi offendere con banali definizioni, linguaggio involuto caratterizzato da scarsa originalità, e ancora più scarsa sagacia. Perché, allora, dovrebbero canzonarci i nordisti? Per la loro cultura? No! Per la loro perspicacia? Ho qualche dubbio! Per la partigianeria? Parliamone! Per i loro continui furti al sud? Ebbene si!
Ma se queste sono le vette del pensiero, onestamente, non se ne vede il motivo. Il sud va difeso dai suoi detrattori e dagli incensatori settentrionali con il tono da Cassandra che si trasforma in sindrome quando parlano del meridione, con vaticini pessimistici espressi in maniera ossessivamente maniacale.
Ad ogni modo, non perdiamo il filo del discorso … Suvvia, settentrionali, risvegliate il senso della misura. Non ponetevi sul capo aureole, non è il caso. Finitela con gli insulti isterici ai meridionali.
Non usateci come termini di confronto … Non c’è confronto! Tra menti meridionali e settentrionali il divario è incolmabile. Siete indietro anni luce. Sarà il sole, il mare, la storia, fatta di uomini veri, coraggiosi in ogni senso. Sappiate distinguere la gloria dal successo: voi avrete anche la gloria (grazie ai soldi) … noi, invece, abbiamo il successo, quello delle menti eccelse, che voi usate per fare soldi, visto che a noi ce ne date davvero pochi.
E i nostri giovani sparsi per il mondo lo dimostrano quotidianamente. Anche i professori dei vostri figli, quelli che insegnano nelle vostre scuole, quelle del nord.
Non ve ne siete accorti, impegnati come siete a circoscrivere i confini tra nord e sud, ma i vostri professori son tutti del sud.
FLAVIO CARLINO
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