TAVIANO (Lecce) – Chiedono il silenzio della stampa e ribadiscono la propria fiducia nell’operato della Procura e delle forze dell’ordine. Rompono il silenzio i familiari di Claudio Giorgino, il giovane di Taviano, scomparso nel nulla dal 24 gennaio del 1994 i cui resti sarebbero stati ritrovati all’interno di un pozzo nelle campagne di Matino il 12 luglio scorso. Dopo la pubblicazione in esclusiva sul Corriere Salentino della notizia del ritrovamento di ossa umane la madre, il fratello e le sorelle di Claudio hanno deciso di rompere il silenzio chiedendo il massimo riserbo e la più totale discrezione in attesa dei riscontri scientifici e la comparazione del Dna.
“La famiglia del signor Giorgino”, si legge nella nota, “confidando nell’operato della Magistratura e delle forze dell’ordine, nelle quali ripone massima fiducia, chiede il dovuto rispetto per il dolore che si trascina da 25 anni”.
L’anziana madre dello scomparso, oggi 90enne, da quel 24 maggio del 1994 giorno in cui Claudio, allora 32enne, uscì da casa per non farvi più rientro, vive nella continua speranza di riabbracciare il figlio o avere una tomba su cui piangere la prematura morte. I familiari, infine, si auspicano di porre fine, finalmente, allo strazio interminabile di non conoscere la sorte del proprio congiunto.