ROMA – Matteo Salvini non aveva calcolato la possibilità di un accordo tra M5S e Pd, ma chi fa politica dovrebbe sapere che tutto è possibile nel magico mondo del Parlamento italiano. Chi prima si accoltellava può amarsi, quando le condizioni esterne cambiano. Regna il pragmatismo e, sulla base di queste regole, ora anche la Lega fa retromarcia e prova a ricucire con Di Maio (si narra di messaggi su whatsapp tra gli ex vicepremier). Conte ha chiuso a un accordo con i leghisti e flirta con i grandi dell’Europa: non si torna indietro. Ormai c’è la benedizione di Grillo sull’accordo con i dem. Il braccio di ferro è quello di mantenere Conte premier e Di Maio al Ministero del Lavoro (Renzi ci starebbe, Zingaretti no). La crisi di governo nei piani di Salvini avrebbe dovuto portare a elezioni, ma ha fatto i conti senza l’oste. Il Movimento 5 Stelle è in caduta libera nei sondaggi, la situazione si è rovesciata rispetto alle scorse politiche, e l’unico modo per prepararsi bene alle elezioni è quello di fare dei provvedimenti popolari da intestarsi totalmente per sgonfiare il consenso leghista.
L’esigenza è quella di un governo basato su obiettivi comuni che duri almeno due anni, e che elimini il rischio di aumento dell’IVA. Anche i parlamentari pentastellati pugliesi (inclusi gli ex cacciati, come Buccarella e Giannone) sono favorevoli all’accordo a sinistra. Andare al voto ora sarebbe una condanna all’opposizione, senza contare il fatto che sia nel Pd che nel M5S questo per molti è l’ultimo giro. La mossa di Salvini, comunque, ha ricompattato il centrodestra, che nei sondaggi unito supera il 50 per cento. Ecco perché sia Giorgia Meloni che Silvio Berlusconi sono pronti al voto.
LA PROTESTA PUGLIESE
Intanto, in Puglia, Fratelli d’Italia lancia la mobilitazione nazionale per chiedere elezioni subito. Sul lungomare di Otranto (LE) lunedì 26 agosto, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20, una delegazione pugliese del partito di Giorgia Meloni -composta dal coordinatore regionale Erio Congedo, provinciale Pierpaolo Signore, dai componenti dell’esecutivo nazionale on. Marcello Gemmato e on. Raffaele Fitto, dai rappresentanti di Gioventù Nazionale, dal coordinatore provinciale di Direzione Italia Lecce Antonio Gabellone e da altri dirigenti- sarà presente con un presidio in cui sarà possibile aderire, con una semplice firma e un documento d’identità, alla richiesta di ritorno al voto “per ridare voce al popolo italiano contro la formazione di un governo di inciucio che rischia di riportare l’Italia indietro di qualche anno nonché ad essere assoggettata all’asse franco-tedesco”. Sulla stessa linea i parlamentari leghisti Marti, Altieri e Tateo. Ma nel Pd pugliese e pentastellato c’è aria di complicità.
Gaetano Gorgoni