LECCE – Nuova udienza nel processo nato dall’inchiesta sulla ragazza di Lecce affetta da un deficit portata via dal “Vito Fazzi” e segregata per obbligarla a revocare l’amministratore di sostegno e affidare lo stesso incarico all’avvocatessa Gabriella Cassano, sul banco degli imputati insieme ad altre quattro persone. Una vicenda che si incrocia con un secondo filone d’inchieta coordinato dalla Procura di Potenza dopo che l’avvocatessa ha denunciato un poliziotto (procedimento archiviato nei giorni scorsi dal gip) e il pm Maria Rosaria Micucci (titolare del fascicolo) per falso relativamente ad alcuni atti d’indagini confluiti nella successiva ordinanza di custodia cautelare a carico della Cassano e del marito. In attesa dei provvedimenti che la Procura potentina intenderà adottare sul pm in servizio nel pool di magistrati che si occupano dei reati contro le fasce deboli.
In giornata, tornando al processo sulla ragazza affetta da deficit, il giudice monocratico Roberto Tanisi ha rigettato le eccezioni preliminari già presentate nell’udienza del 20 settembre. In particolare l’avvocato Luigi Piccinni, legale proprio di Gabriella Cassano, aveva chiesto il non luogo a procedere relativamente al capo d’imputazione sulla tentata estorsione ai danni del padre della presunta vittima. Questo perché, secondo il legale, si sarebbe trattato semplicemente della richiesta della parcella per i servizi legali forniti al proprio cliente. Senza mai avanzare minacce di alcun tipo. Il giudice, però, ha rigettato l’eccezione ritenendo che non apparirebbe in modo evidente la non sussistenza del reato.
Anche l’avvocato Salvatore De Mitri, difensore di Fabio Degli Angeli (compagno della Cassano), aveva avanzato un’eccezione preliminare depositando un’istanza, con documenti allegati, con cui chiedeva la revoca del curatore speciale e in subordine di sostituzione. Eccezione, anche questa, rigettata perché ritenuta inammissibile in quanto poteva essere chiesta soltanto dal pubblico ministero. L’udienza è proseguita con la discussione delle richieste istruttorie. Sempre l’avvocato De Mitri ha proposto che nel processo venga sentita la parte civile perché teste chiave nel processo e ritenuta capace di intendere e di volere. La richiesta ha trovato la ferma opposizione del pubblico ministero Maria Rosaria Micucci affiancata in aula dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone (un modo per rimarcare la vicinanza e la stima che l’ufficio inquirente nutre nei confronti del magistrato).
Per la pubblica accusa, la persona offesa si deve ritenere un soggetto fortememnte vulnerabile e già sentita nel corso delle indagini con un incidente probatorio. Punto, quest’ultimo contestato sempre dall’avvovcato De Mitri che ha rimarcato come l’ascolto si sia svolto senza che la difesa potesse formulare le proprie domande. Su questa e su tutte le altre richieste istruttorie formulate dalle parti il giudice Tanisi si pronuncerà nell’udienza del 14 novembre prossimo.
Sul banco degli imputati compaiono anche Domenico Domenico Della Porta, 43 anni, di Carmiano, psicologo e cugino della Cassano; Cosimo Visconti, detto Mimino, di 65 anni, residente a Porto Cesareo; Cosimo Filieri, detto Mimino, 62 anni, di Veglie. Nel processo la ragazza si è costituita parte civile tramite la curatrice speciale Maria Grazia Iovino rappresentata dall’avvocato Maurizio Giancarlo Sanasi (in ballo una richiesta risarcitoria di 1 milione di euro) insieme al padre della giovane assistito dall’avvocato Arturo Balzani (richiesta risarcitoria di 50mila euro). Gli altri imputati, invece, sono assistiti dagli avvocati Letizia Garrisi e Romeo Russo.