UGENTO/MATINO/TAURISANO (Lecce) – Avrebbero terrorizzato bar, supermercati sorprendendo di notte diverse famiglie nelle proprie abitazioni. I presunti autori di una serie di violente rapine sono stati identificati. I loro nomi compaiono in un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Roberta Licci. Si tratta di Pierpaolo Vignacastrisi, 34 anni, di Matino; Daniele Deiana, 28enne, di Ugento e Pasquale Costantino Preite, di 46, di Taurisano. Assalti efferati compiuti spesso armati e travisati. Di notte e con altri complici.
RAPINE IN CASA
Le indagini, condotte da carabinieri e polizia, hanno fatto luce su una serie di scorribande in casa. Particolarmente effertate e cruente. I casi. Il 6 febbraio del 2012, Vignacastrisi si sarebbe introdotto insieme ad un complice nel frattempo deceduto in un’abitazione di Matino dove i banditi hanno sorpreso mamma e figlia minacciate con un piede di porco di consegnare una pistola che i malviventi ritenevano di trovare oltre a tutti i soldi e i preziosi. La coppia avrebbe così rapinato la ragazza degli orecchini in oro e la madre della collana per poi fuggirre con un orologio e 500 euro.
Secondo caso il 20 maggio 2012 a Ugento. Deiana, insieme ad un complice all’epoca minorenne, dopo aver forzato la porta d’ingresso con violente pedate si sarebbe introdotto nell’abitazione di una coppia di coniugi. i banditi avrebbero picchiato la donna con calci e pugni procurandole ferite guaribili in una quindicina di giorni e intimandole la consegna di denari e di ucciderla ma sarebbero stati costretti ad allontanarsi senza portare via nulla per l’energica reazione dei coniugi. Nella fuga, peraltro, uno dei banditi perse il telefono cellulare intestato alla madre
Risale alla notte tra il 18 e il 19 luglio sempre di sette anni fa il terzo assalto a Torre Mozza Deiana e un complice mai identificato con i volti travisati da passamontagna, pistola e storditore elettrico in pugno avrebbero fatto irruzione nell’abitazione di due donne dove lavoravano come massaggiatrici per appuntamento. Deiana, con il taser (la pistola elettrica) puntata su varie parti del corpo avrebbe palpeggiato le due donne nelle parti intime minacciando entrambe di spararle se non avessero consegnato tutto il denaro. Complessivamente si sarebbero impossessati di 1850 euro, di sette cellulari, anelli, bracciali, collane e di un orologio per poi fuggire con la Renault Scenic che le due donne avevano preso a noleggio.
ASSALTO DISTRIBUTORE
Deiana, insieme ad altri due soggetti rimasti sconosciuti l’11 febbraio del 2012 armato e travisato avfrebbe preso di mira il distributore di benzina Aviolamp di Felline. Avrebbe puntato le armi contro il titolare e l’operaio quest’ultimo poi colpito con un pugno in volto. I banditi fuggirono con un bottino di 3mila e 170 euro.
RAPINE BAR E SUPERMERCATI
Sono tre i casi. Il primo, l’11 febbraio del 2012. Deiana, insieme ad altri due complici, avrebbe puntato una pistola contro gli avventori del bar tabaccheria “Milano Caffé” a Felline colpendo il gestore con il calcio della pistola mentre tentava di opporsi al prelievo del registratore di cassa provocandogli lesioni guaribili in tre giorni. I banditi si impossessarono di somme di denaro relative a pagamenti di tasse automobilistiche, ricariche telefoniche e carte prepagate, di tre pacchetti di sigarette e del registratore di cassa per poi allontanarsi a bordo di una Opel Corsa. Bottino dell’assalto: circa 2mila euro.
Sempre l’11 febbraio Deiana, con due altri complici, avrebbe compiuto una rapina ai danni dei cassieri e dei dipendenti del supermercato Sisa-Gaetani intimando loro l’apertura delle casse e la consegna del denaro portando via 780 euro e la borsa di una cliente di 68 anni che portava a tracolla;
Terzo colpo, il 20 luglio sempre del 2012. Deiana, con un complice e con il volto travisato da passamontagna e armato di fucile doppietta a canne mozzate, fece irruzione nel supermercato “Adriana” a Torre San Giovanni portando via il registratore di cassa e 3mila euro. Una volta all’esterno esplosero un colpo di fucile in aria per poi fuggire a bordo di una Renault Scenic ritrovata bruciata due giorni dopo.
A difendere gli indagati, tra gli altri, l’avvocato Umberto Leo.