LECCE – Il direttore di chirurgia plastica dell’ospedale “Vito Fazzi”, Vincenzo Albanese, ha puntualizzato di recente che la sua unità operativa funziona accogliendo tutte le emergenze e per le prestazioni dei pazienti oncologici. Dunque, nessuna chiusura, ma prestazioni limitate. “Aumentano gli interventi per incidenti domestici – spiega Albanese – Ma dobbiamo limitarci alle urgenze e agli oncologici in questo periodo”. Siamo lontani dal ripristino della normalità, perché siamo in piena pandemia covid-19. Il professor Ettore Brienza, però, ha inviato una mail alla nostra redazione per segnalare quella che definisce “una grave situazione creatasi presso l’ospedale ‘V.Fazzi’ di Lecce”.
“Le esprimo la nota in qualità di ex direttore della U.O.C, di Chirurgia Plastica, attualmente in pensione, sollecitato da numerosissime richieste di pazienti che lamentano la chiusura, in questo periodo, da parte delle direzioni mediche del predetto presidio, della su indicata divisione ospedaliera, unica nel basso Salento. Va da sé che l’attuale situazione di emergenza Covid 19 ha previsto misure estreme, ma non necessariamente assolute e, nel caso specifico, a grave discapito di pazienti assolutamente bisognosi di cure. Sono proprio questi ultimi, in particolare quelli affetti da patologie oncologiche, melanomi, tumori cutanei e della mammella e traumatizzati del volto e della mano, che mi hanno chiesto lumi, preoccupati del lungo decorso della epidemia, che non può far trascurare del tutto, o procrastinare, la loro grave patologia che merita immediata soluzione chirurgica. La Società Italiana Chirurgia Plastica Ricostruttiva, a cui appartengo, diffidando i soci da attività di mero significato estetico, ci ha tutti stimolato a non interrompere, nemmeno in questo periodo, quelle ricostruttive, soprattutto in campo oncologico e traumatologico.
Comprendo perfettamente che il momento meriti attenzione esclusiva sul contenimento della epidemia, ma anche altre realtà non possono essere procrastinate o sottovalutate. Credo che gli operatori di questa specialità chiedano, a nome della utenza attualmente allo sbando, la comprensione alle loro petizioni, pur in condizioni di tempi o spazi ridotti, ma non occasionali o di disadattamento. Ritengo che queste mie puntualizzazioni siano comuni anche ad altre specialità impegnate nel trattamento chirurgico oncologico, e traumatologico”.
Il chirurgo della Società Italiana Chirurgia Plastica chiede di dare risalto a questa criticità: “Certo di una sua sensibile attenzione verso questa problematica e nell’esclusivo interesse di tanti pazienti, spero che la mia segnalazione possa trovare ospitalità sul suo mezzo d’informazione, al fine di evitare ulteriori pregiudizi per chi soffre”.