LECCE – Ha problemi cardiaci ed è allergico ad alcuni farmaci. E se dovesse contrarre il Coronavirus le conseguenze potrebbero essere grazie. Anche nefaste. In sintesi, Andrea Pepe sarebbe incompatibile con il carcere. A sostenerlo sono i suoi avvocati, i legali Giancarlo Dei Lazzaretti e Paolo Cantelmo che, questa mattina, hanno esposto la problematica davanti al Tribunale del Riesame. I giudici (Presidente Carlo Cazzella, a latere Anna Paola Capano, relatore Antonio Gatto) hanno così conferito incarico al medico legale Roberto Vaglio di eseguire una consulenza per stabilire se effettivamente le condizioni di salute del 64enne leccese siano così gravi da non poter essere curato nel carcere di Borgo “San Nicola” dove Pepe è detenuto dal 26 febbraio giorno in cui finì in manette nell’ambito dell’indagine antidroga e antimafia ribattezzata “Final Blow”.
Il medico legale, nominato dal Tribunale, sarà affiancato dal dottore Angelo Del Basso per conto della difesa di Pepe. una svolta nella vicenda. E si perché una prima istanza di alleggerimento della misura dietro le sbarre e, in subordine di disporre una consulenza medica, era stata rigettata dal gip Simona Panzera che aveva motivato il proprio niet sostenendo come le condizioni di salute del 64enne non si dovessero ritenere particolarmente gravi. La difesa di pepe ha così bussato la porta al Riesame che ha disposto una consulenza medica per stabilire effettivamente quali siano le condizioni di salute di Pepe. Cardiopatico e allergico all’assunzione di alcuni farmaci cosa potrebbe accadere se dovesse contrarre il Covid-19 dietro le sbarre?
Il consulente nominato dal collegio di giudici dovrà visionare l’intera documentazione sanitaria presente in carcere. Non sarà visitare il detenuto e la perizia verrà depositata nei prossimi 10 giorni. Sulla base degli esiti dell’elaborato il Riesame si pronuncerà sulla richiesta di domiciliari avanzata dalla difesa di Pepe. Il 64enne è uno dei principali indagati nell’inchiesta con cui gli agenti della Squadra Mobile hanno smantellato l’omonimo gruppo criminale che avrebbe gestito i traffici illeciti in città e in altri paesi della provincia. Prossimamente i tanti ricorsi di scarcerazione rigettati dal Riesame saranno discussi in Cassazione.