SALENTO (Lecce) – Privo di reddito, ma nell’azienda di somministrazione bevande a lui riconducibile i finanzieri hanno scovato oltre 90mila euro in contanti, sequestrando l’intera attività commerciale del valore di 250mila euro.
L’operazione è stata condotta in mattinata dai finanzieri del comando provinciale di Lecce che, coordinati dalla locale Dda, hanno eseguito un’operazione antimafia nel basso salento, eseguendo un decreto di sequestro ai sensi del Codice Antimafia a carico di un cittadino albanese, dedito al traffico internazionale di stupefacenti.
Le indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Lecce hanno dimostrato la riconducibilità dell’azienda all’uomo albanese, pressoché privo di reddito. Infatti, il nucleo familiare è stato interessato nel tempo da un flusso di denaro (basti pensare alle spese relative all’avviamento dell’attività economica: costituzione, notaio, strumenti, materiali, locazioni), che non ha trovato alcuna corrispondenza nei redditi dichiarati, neppure sufficienti al proprio sostentamento personale e che, pertanto, non può trovare altra giustificazione, se non come risultato di un’attività di reimpiego dei proventi dell’attività criminale, svolta abitualmente dall’albanese.
Nel corso della perquisizione dell’azienda di somministrazione bevade situtata nel basso Salento, le fiamme gialle – come detto – hanno rinvenuto e sequestrato la somma contante di oltre 90mila euro .
Il Tribunale di Lecce, in considerazione del fatto che i beni costituiscono il prodotto delle attività illecite poste in essere dal soggetto albanese nel corso degli anni, valutata la palese “sproporzione” tra le risorse reddituali (sue e dei suoi congiunti) ed il compendio patrimoniale ed accertato il suo continuo coinvolgimento in attività illecite produttive di reddito, ha disposto il sequestro di 2 conti correnti bancari e dell’attività commerciale, il cui valore complessivo è stato stimato in oltre 250mila euro.
Tale misura ablativa viene effettuata ai sensi del Codice Antimafia che prevede il sequestro, finalizzato alla confisca, dei beni riconducibili a quei soggetti caratterizzati da un’alta pericolosità sociale poiché ritenuti vicini ad ambienti malavitosi.