MAGLIE (Lecce) – Scatterà agli inizi di febbraio, davanti ai giudici della seconda sezione penale, il processo a carico dei presunti responsabili degli abusi edilizi nella costruzione di manufatto destinato ad accogliere un centro per dialisi a Maglie. Il gup Cinzia Vergine, a margine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio Raffale De Santis, 73enne di Otranto, legale rappresentante della “Torist Ahemodialisys”, proprietario e committente; Antonio Fernando Lio, 56 anni, di Maglie, ex assessore, progettista e direttore dei Lavori; Claudio Sanapo, 46 anni, di Maglie, responsabile del 5Settore-Urbanistica; Mauro Romano, 61 anni, di Maglie, responsabile Suap che ha adottato il provvedimento unico autorizzativo l’1 agosto 2017; Antonio Centonze, legale rappresentante della Fratelli Centonze, impresa esecutrice dei lavori. Dall’elenco dei neo imputati è stato depennato il nome del tecnico redattore del progetto.
L’inchiesta, coordinata dalla procura di Lecce, culminò nell’aprile dello scorso anno in un decreto di sequestro preventivo disposto dall’allora gip Alcide Maritati sulla scorta di una serie di esposti. Secondo le indagini, l’edificio da destinare a centro dialisi composto da tre piani di cui uno interrato e due fuori terra sarebbe stato caratterizzato da una volumetria complessiva superiore del 50% circa rispetto a quella autorizzata. Sarebbe stata evidenziata la mancanza di un piano di sicurezza, degli elaborati di impianti e del progetto dell’impianto fotovoltaico, il cui deposito prima dell’inizio del lavori costituiva una specifica prescrizione del Titolo Autorizzativo Unico. Opere, per gli inquirenti, da ritenersi non solo in difformità essenziale dal Titolo Autorizzativo Unico ma anche in assenza della Vas (Valutazione Ambientale Strategica) o quantomeno della verifica di assoggettabilità alla Vas stessa a cui doveva essere sottoposto il progetto.
C’è dell’altro su cui dovrà fare luce il processo. Il progetto sarebbe risultato privo della necessaria relazione e autorizzazione paesaggistica ricadendo l’intervento in parte in una zona classificata come “area di rispetto dei boschi” nonostante nel parere istruttorio rilasciato da Claudio Sanapo venisse attestato che l’ “intervento non era soggetto ad accertamento di compatibilità paesaggistica”. Raffaele De Santis e Antonio Fernando Lio insieme ad un terzo soggetto (la cui posizione è stata stralciata) dovranno difendersi dall’accusa di falso ideologico perché avrebbero riportato nel progetto depositato il 15 marzo del 2017 allo Sportello Unico per le attività produttive “Progetto per la realizzazione di una struttura di assistenza e previdenza da destinarsi a centro dialisi” che la volumetria complessiva dell’immobile era compatibile con quella consentita secondo gli indici prescritti. Altresì nella relazione Lio riportava che “le opere erano conformi agli strumenti urbanistici approvati, ai regolamenti edilizi vigenti…”.
Sanapo, Romano e De Santis rispondono anche di falso ideologico e abuso d’ufficio. Questa ulteriore accusa si configura perché Sanapo avrebbe rilasciato, con un provvedimento del 26 luglio 2017, il parere favorevole al “progetto per la realizzazione di una struttura di assistenza e previdenza da destinare a centro dialisi” attestando falsamente che l’intervento in questione non era “soggetto ad accertamento di compatibilità paesaggistica”. Per le indagini condotte dai carabinieri, invece, l’intervento ricadeva in parte in “area di rispetto dei boschi” che avrebbe dovuto prevedere “l’acquisizione del parere e dell’autorizzazione paesaggistica”. Romano, invece, avrebbe rilasciato l’1 agosto 2017 il provvedimento Unico Autorizzativo in assenza della necessaria autorizzazione paesaggistica omettendo di sottoporre a Vas il progetto nonché autorizzando opere per una volumetria complessiva superiore al 50% a quella consentita. In tal modo i due funzionari pubblici avrebbero concesso a De Santis l’autorizzazione alla realizzazione dell’imponente complesso edilizio in evidente contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti.
A dimostrare l’innocenza dei cinque imputati ci penseranno gli avvocati Luigi Covella, Riccardo Giannuzzi, Luca Bruni e Alberto Durante.